Alan Moore è molto famoso per i suoi fumetti Watchmen, V per Vendetta _e _From hell, che sono tutti diventati film commerciali bruttini o (a detta di Moore) inaccettabili. Il suo ultimo libro The great when: il grande quando (in uscita in Italia per Fanucci editore) è un romanzo che inaugura una serie in cinque volumi ambientata in una cupa Londra immaginaria, Long London. Siamo nel 1949, la città è stata pesantemente bombardata e i suoi abitanti fanno ancora i conti con lo stress post traumatico. La guerra è stata vinta, ma la magia della metropoli si è spenta. Dennis Knuckleyard, un orfano di 18 anni aspirante scrittore, un giorno trova un libro che lo invita alla scoperta di Long London e lo porta a fare incontri terrificanti in un mondo popolato da maghi e criminali. In The great when Moore usa una lingua esplosiva, in splendida rivolta. Onomatopee, rime, spettacolari espressioni desuete, metafore sconsiderate: un antidoto alla prosa usata nei racconti degli scrittori di oggi, che escono in batteria dalle scuole di scrittura creativa. Sukhdev Sandhu, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1585 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati