Nei primi sei mesi del 2024 almeno 182 donne tra i 18 e i 22 anni provenienti dall’Africa centrale e orientale sono state attirate in Russia con offerte ingannevoli e mandate a lavorare in una fabbrica di droni nella regione del Tatarstan, mille chilometri a est di Mosca. Come si legge in un’inchiesta dell’Associated Press, in cambio della soluzione di un gioco al computer e al superamento di un test di russo molto basico, le candidate potevano ottenere un biglietto aereo, del denaro e la possibilità di entrare in Europa. Ma, invece di lavorare nell’ospitalità e nella ristorazione com’erano state indotte a pensare, sono finite ad assemblare droni per la guerra in Ucraina, anche se non avevano esperienza in questo campo. Alcune si sono lamentate delle lunghe ore di lavoro e della sorveglianza costante, degli stipendi, che non corrispondevano a quelli promessi, e del fatto di dover lavorare a contatto con sostanze chimiche. La fabbrica, che si trova nella zona economica speciale di Alabuga, è l’unica in Russia a impiegare donne provenienti dall’Africa, ma anche dall’Asia e dal Sudamerica. Il reclutamento è motivato dalla grave carenza di manodopera in Russia. Le donne sono state contattate su Facebook o hanno partecipato a uno degli eventi organizzati nei paesi d’origine, per esempio in Uganda.

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Questo articolo è uscito sul numero 1585 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati