Anora è più fiaba di tutti gli altri ritratti di sex worker realizzati da Sean Baker. Perché in Starlet, Tangerine, Un sogno chiamato Florida e Red rocket ci sono elementi sentimentali, ma sono tutti film profondamente e affettuosamente radicati nei loro rispettivi mondi. Qui c’è una Cenerentola spogliarellista aggrappata a un sogno fin troppo precario. La principessa è Ani (Madison). Il nome per intero è Anora, cosa che lei, insieme alle origini uzbeche e alla conoscenza della lingua russa, tiene nascosta dietro un sorriso da servizio clienti e un atteggiamento materno verso la sua clientela. Elementi che fanno colpo su Vanya (Eydelshteyn), ricco e viziato figlio di un oligarca russo, che la paga per una “girlfriend experience” di una settimana. Anche Ani si affeziona a questa specie di Timothée Chalamet russo. Ciò che condividono non è proprio una storia d’amore, ma qualcosa che piace a tutti e due. Così si sposano e i genitori di Vanya inviano i loro scagnozzi. Di solito i film di Baker non sono molto politici. Sembra più interessato a concentrarsi sulle figure di sex worker come parte della nuova mitologia americana, una specie di evoluzione del cowboy dei western. Anora è un piccolo film che sembra più grande, innalzato dall’umorismo, dal caos e dalla tenerezza.
ClarisseLoughrey, Independent

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati