Robin Wright e Tom Hanks (a tratti ringiovaniti digitalmente), per la prima volta insieme dopo Forrest Gump, sono due dei tanti attori che attraversano una bella stanza con una finestra a bovindo e un camino (punto focale fino all’arrivo della televisione) che è la vera protagonista di Here, il film di Zemeckis (il dio decaduto delle meraviglie commerciali) adattamento dal fumetto di Richard McGuire, da cui ha mutuato il concetto principale: il tempo si muove mentre la cinepresa rimane fissa. All’interno della stanza si alternano generazioni di americani. Quella di guardare il mondo attraverso un punto fisso nello spazio è una scelta formale audace ma, sfortunatamente, è posta al servizio della più grande montagna di cliché e sdolcinatezze che vedrete quest’anno al cinema.
Alison Willmore, Vulture

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Questo articolo è uscito sul numero 1596 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati