Pochi paesi come l’Australia hanno lo sport così saldamente presente nella loro psiche. Ma a che prezzo? Per arrivare a una medaglia d’oro quanti sogni vengono infranti? Per Danny Kelly, il protagonista di Barracuda dell’australiano Christos Tsiolkas, non sono domande astratte. Danny, nuotatore di talento proveniente da una famiglia di immigrati, sa istintivamente che l’oro olimpico offre una via altrimenti inimmaginabile verso riconoscimenti e ricchezza. In quale altro modo potrebbe farcela un wog, ovvero un ragazzo con una madre greco-australiana e un padre scozzese-australiano? Una borsa di studio sportiva presso una delle migliori scuole private di Melbourne gli offrirà l’opportunità di realizzare la sua ambizione. Ma potrebbe anche costargli l’anima. Tsiolkas dà una descrizione sorprendentemente fisica dell’alienazione di Danny: questo è un libro in cui il corpo tradisce tanto quanto eleva. Lui non ha i denti perfetti e la pelle chiara degli altri ragazzi della sua nuova scuola. Al contrario, Danny il greco è basso, moro e peloso. La sua diversità gli viene confermata ovunque guardi ed è pieno di risentimento. È anche affascinato da ciò che non può essere suo e s’innamora della ricca e privilegiata Taylor, una collega nuotatrice e spesso sua tormentatrice. Se in classe Danny non si trova a suo agio, in piscina è un re, come il barracuda. La sua storia però mostrerà che esistono più modi per essere un vincitore.
Adrian Turpin, Financial Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1601 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati