Dopo che Donald Trump ha annunciato i dazi sulle importazioni da decine paesi ci si chiede come reagiranno gli statunitensi. “Se i prezzi per i consumatori aumenteranno e se le conseguenze economiche della guerra commerciale faranno perdere posti di lavoro negli Stati Uniti, gli elettori potrebbero infastidirsi e renderebbero più difficile per Trump mantenere in vigore i dazi per il tempo necessario a incoraggiare le aziende a tornare negli Stati Uniti”, scrive Pbs News.

Secondo uno studio economico dell’università di Yale, tutte le barriere commerciali dell’amministrazione Trump costerebbero alla famiglia media 3.800 dollari di rincari nel 2025. L’inflazione quest’anno potrebbe passare dall’attuale 2,8 per cento al 4 per cento, mentre secondo alcune stime l’economia crescerà a stento. “Bisogna anche considerare”, spiega il New York Times, “che le eventuali ritorsioni doganali degli altri paesi colpirebbero settori industriali – come quello automobilistico e dell’acciaio – che si concentrano nelle zone degli Stati Uniti dove la maggioranza degli elettori ha votato per Trump alle elezioni presidenziali del novembre 2024, quindi il danno politico per il presidente sarebbe enorme”.

Trump e i repubblicani hanno costruito gran parte della loro forza politica sull’idea di essere più bravi dei democratici a gestire l’economia. “Da quando è entrato in politica, Trump ha beneficiato della sua reputazione di uomo d’affari di successo, e alle elezioni del 2024 ha ottenuto la maggioranza dei voti tra gli elettori preoccupati per il pericolo di una recessione e per l’inflazione”. Alcuni sondaggi mostrano che già prima dell’ultima ondata alcune scelte di Trump in economia, come i dazi contro Canada e Messico, erano impopolari.

Parola agli elettori
Cosa pensano gli statunitensi di come Trump gestisce alcune questioni, sondaggio realizzato tra il 20 e il 24 marzo 2025 - semafor/brendan ruberry
Cosa pensano gli statunitensi di come Trump gestisce alcune questioni, sondaggio realizzato tra il 20 e il 24 marzo 2025 (semafor/brendan ruberry)

Ma per ora gli elettori delle zone rurali sembrano sostenere la strategia del presidente. La Bbc ha intervistato gli abitanti di Delta, una città dell’Ohio che, come molte altre comunità del midwest, si è impoverita a causa del cambiamento della struttura produttiva statunitense e della globalizzazione. A novembre i cittadini di Delta hanno votato con ampi margini per Trump, e ancora oggi “per le strade ci sono tante bandiere del candidato repubblicano”.

Mary Miller, una donna che ha un negozio in centro, dice: “Non voglio che le persone di altri paesi soffrano, ma voglio che gli altri paesi si comportino in modo leale”. Quanto alla possibilità che i prezzi aumentino, Miller dice che “a volte bisogna camminare attraverso il fuoco per arrivare dall’altra parte. Se i dazi riporteranno le aziende e gli affari ai lavoratori statunitensi, allora ne sarà valsa la pena”. In alcuni casi il sostegno alle politiche di Trump sembra essere alimentato dall’ostilità verso i politici del Partito democratico. Louise Gilson dice che non si fida del presidente, ma vuole che qualcuno faccia qualcosa: “Trump può anche sbagliare, ma almeno ci sta provando. Gli altri non avrebbero fatto un bel niente”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1609 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati