Le società sportive sono state colpite duramente dalla pandemia e hanno bisogno di soldi. Dopo un anno di grandi successi, invece, chi ha investito nelle criptovalute di soldi ne ha parecchi. Per poter continuare a crescere, però, le monete digitali devono “espandere la base d’investitori”, un eufemismo che significa trovare nuove persone disposte a far aumentare il prezzo del bitcoin o del dogecoin. Questo spiega perché le aziende specializzate in criptovalute stanno riversando milioni di dollari nelle sponsorizzazioni e in accordi commerciali con gli sport professionistici: è un tentativo per attirare l’interesse dei tifosi.

Cripto.com ha pagato per diventare la borsa di criptovalute e lo sponsor tecnologico ufficiale del campionato di calcio italiano della Serie A. Una sua concorrente, la Ftx, ha concluso accordi per più di 360 milioni di euro nel basket, nel baseball e negli sport elettronici. I Miami Heat, una squadra di basket statunitense dell’Nba, giocano le partite di casa nella Ftx Arena.

I tifosi sono da tempo facile preda di aziende che favoriscono comportamenti rischiosi o in grado di creare dipendenza, e le squadre fanno poco per scoraggiarle. Il 40 per cento circa degli sponsor delle squadre della Premier league inglese è composto di società di scommesse. Un balzo in avanti rispetto al 10 per cento del 2008. L’investimento si è dimostrato redditizio: nel decennio precedente alla pandemia la spesa dei britannici per le scommesse è quasi raddoppiata, arrivando a 4,7 miliardi di sterline (5,5 miliardi di euro) all’anno.

C’è una correlazione molto forte anche tra il desiderio di scommettere e gli investimenti in criptovalute. Secondo un sondaggio della Gamcare, un ente non profit che si occupa di ludopatia, il 50 per cento degli scommettitori regolari punta anche sulle monete digitali. La novità sta nel modo in cui le squadre spingono i loro tifosi a unirsi alla moda del momento. Lo dimostra l’ascesa del fan token, il gettone del tifoso, presentato alle squadre come un modo per aumentare il coinvolgimento dei loro sostenitori. Chi compra il gettone ha accesso a contenuti esclusivi come la possibilità di votare quale canzone mettere allo stadio mentre i giocatori si riscaldano o quale slogan scrivere sulle pareti degli spogliatoi. Niente di straordinario.

Il leader di mercato del settore è Socios, un’azienda con sede a Malta che vende token per più di cinquanta squadre e campionati: dalla squadra di calcio del Barcellona ai Chicago Bulls di basket. Il valore di questi gettoni fluttua in base alla domanda, e ogni gettone dà diritto a un voto nei frequenti sondaggi online.
Alexandre Dreyfus, amministratore delegato della Socios, è convinto che questo sistema sia meglio dei tradizionali programmi per tifosi che richiedono il versamento regolare di una quota fissa. “Un gettone fa diventare proprietari di qualcosa che offre dei servizi”, dice Dreyfus. “Inoltre può essere rivenduto e non si è costretti a comprarlo se non si vuole”.

L’obiettivo sono i tifosi esterni ai mercati nazionali, che seguono diversi sport e squadre: per esempio un giapponese che segue l’Arsenal nella Premier league, il Paris Saint-Germain nella Ligue 1, i Chicago Bulls nell’Nba e la Aston Martin Cognizant nella Formula 1. Il bonus previsto dal contratto che lega Lionel Messi con il Paris Saint-Germain è regolato sotto forma di fan token della Socios.

Da sapere
C’è bisogno di regole

◆ Il 1 settembre 2021 Gary Gensler, il presidente della Securities and exchange commission (Sec, l’autorità di vigilanza della borsa statunitense), ha dichiarato che le aziende che emettono e scambiano criptovalute non possono sopravvivere a lungo senza essere inquadrate nel sistema di regole del settore finanziario. Gensler ha detto al Financial Times che gli investimenti nelle monete digitali non possono essere trattati diversamente quando sono in gioco questioni come la protezione dei risparmiatori, la stabilità finanziaria e il contrasto alle attività illegali.


Rischi insidiosi

Questi gettoni, però, pongono rischi insidiosi. “Votare su cose divertenti come la musica o il colore dell’autobus della squadra attirerà solo i fan più giovani. Se è così, si stanno spingendo i giovani verso gli investimenti nelle criptovalute”, afferma Adam Willerton, segretario del Leeds United supporters trust, un gruppo di tifosi della squadra di calcio inglese. La Socios vende anche i gettoni del Leeds. “I tifosi di calcio sono sfruttati per far salire il prezzo”, aggiunge Willerton.

Dreyfus concorda sul fatto che il prezzo deve rispondere alla domanda per incentivare le squadre a offrire dei contenuti di qualità. Contenuti migliori dovrebbero in teoria alimentare la domanda di gettoni, facendone salire il prezzo. La squadra a quel punto può vendere più gettoni per raccogliere soldi. Finora però questi gettoni hanno dimostrato di essere poco più che uno strumento di speculazione non regolamentato in nessun modo.

C’è un ulteriore livello di complicazione. Per comprare i gettoni bisogna prima procurarsi il chiliz, una criptovaluta sviluppata dalla Socios e dalla sua casa madre. E i prezzi del chiliz sono altalenanti. Perciò il prezzo di un fan token potrebbe aumentare, ma il prezzo del chiliz potrebbe diminuire. I tifosi sono così esposti a due livelli di rischio. È come un casinò in cui il valore delle fiche cambia. Si può raddoppiare la puntata al tavolo del blackjack, ma la fiche da cento dollari comprata all’ingresso potrebbe valere solo la metà all’uscita. Naturalmente è vero anche il contrario: il prezzo del chiliz può aumentare. Ed è qui che potrebbero esserci le opportunità maggiori per la Socios e i suoi finanziatori, tra i quali il miliardario francese delle telecomunicazioni Xavier Niel. Con il lancio di ogni nuovo gettone, un numero crescente di tifosi in teoria comprerà i chiliz, che circolano in un numero limitato. Quest’anno di conseguenza il prezzo del chiliz è salito di 17 volte, rendendo più difficile l’ingresso di nuovi tifosi.

Intanto le società sportive cominciano a dare segni di disperazione. Secondo la Deloitte, nella stagione 2019-2020 i ricavi dei cinque campionati di calcio più importanti d’Europa sono diminuiti del 13 per cento. I 150 milioni di sterline (circa 175 milioni di euro) che hanno incassato quest’anno dalla Socios compensano in parte quelle perdite. È un bel colpo per le casse, ma i costi nel lungo periodo potrebbero essere molto alti. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1427 di Internazionale, a pagina 112. Compra questo numero | Abbonati