Il 13 ottobre un veicolo spaziale della Nasa costato 1,2 miliardi di dollari è partito dalla Florida per un viaggio di 3,6 miliardi di chilometri verso un asteroide diverso da qualsiasi cosa studiata finora. La destinazione è un corpo celeste chiamato Psyche, il più grande oggetto metallico del sistema solare. Secondo gli scienziati potrebbe essere il nucleo di un pianeta che non si è mai sviluppato completamente.
Se questa ipotesi si rivelerà corretta, studiare Psyche sarà come viaggiare indietro nel tempo di miliardi di anni e osservare la formazione dei pianeti del sistema solare. In base alle misurazioni “almeno parte della superficie è composta da metallo”, spiega Lindy Elkins-Tanton, planetologa dell’università dell’Arizona a Tempe nonché capo della missione. “È proprio questo l’aspetto che ci interessa”.
Nel sistema solare ci sono più di un milione di asteroidi, quasi tutti composti da roccia o da un misto di roccia e ghiaccio. Solo pochi, quelli del “tipo M”, sembrano essere costituiti soprattutto da metalli come il ferro e il nickel. Con un diametro di circa 220 chilometri, Psyche è il più grande di questo gruppo. Le sue caratteristiche lasciano pensare che si tratti del nucleo di un antico protopianeta.
I ricercatori ritengono che più di 4,5 miliardi di anni fa, poco dopo la nascita del Sole, la materia che vorticava intorno alla nostra stella si sia addensata formando gli elementi costituivi dei pianeti. Il calore sviluppato all’interno di questi protopianeti ne avrebbe fuso una parte, permettendo agli elementi di separarsi e formare nuclei metallici circondati da roccia. In seguito le collisioni con altri oggetti spaziali avrebbero spogliato alcuni asteroidi della parte esterna rocciosa, esponendone l’interno metallico. È quello che potrebbe essere successo a Psyche. Anche la Terra possiede un nucleo ferroso, che però è sepolto sotto migliaia di chilometri di roccia. Dunque si pensa che studiare Psyche possa aiutarci a comprendere l’interno del nostro pianeta, a cui gli scienziati non hanno accesso diretto.
Psyche orbita intorno al Sole nella principale cintura di asteroidi situata tra le orbite di Marte e Giove. La sonda raggiungerà Marte nel 2026, utilizzando la gravità del pianeta per lanciarsi verso Psyche, dove dovrebbe arrivare nel 2029. Orbiterà intorno all’asteroide per più di due anni, avvicinandosi sempre di più e raccogliendo dati sul campo magnetico, la gravità e la composizione mineralogica.
In passato i planetologi supponevano che Psyche fosse composto da metalli fino al 90 per cento, ma le osservazioni con i telescopi terrestri e spaziali hanno gradualmente rivelato che contiene anche grandi quantità di roccia e altri materiali. Le ultime stime suggeriscono che su Psyche la percentuale di metallo oscilli tra il 30 e il 60 per cento. “Non sappiamo esattamente cosa ci sia su Psyche oltre al metallo”, sottolinea Elkins-Tanton. Se l’ipotesi del protopianeta sarà smentita, un’altra teoria è che sia composto da materiale primordiale risalente alla formazione del Sole che non si è mai fuso e separato in strati diversi.
Le recenti osservazioni con il telescopio spaziale James Webb suggeriscono addirittura la presenza di acqua, forse legata a minerali mescolati con granelli metallici. Al momento sono molte le teorie plausibili. Secondo Katherine de Kleer, planetologa del California institute of technology di Pasadena, questo è il motivo per cui la missione è così affascinante: “Ci sono ottime probabilità che rimarremo sorpresi”. ◆ as
◆ Il primo esame dei campioni dell’asteroide Bennu, raccolti dalla missione Nasa Osiris-Rex e recapitati sulla Terra il 24 settembre, ha rivelato un’elevata presenza di carbonio e acqua. Secondo gli scienziati questo rafforzerebbe la teoria in base alla quale i due elementi, fondamentali per lo sviluppo della vita, sarebbero stati portati sul nostro pianeta da corpi celesti simili a Bennu. Finora è stata esaminata solo la polvere depositata all’esterno del contenitore inviato dalla sonda, mentre l’analisi del campione vero e proprio deve ancora cominciare. Bbc
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Questo articolo è uscito sul numero 1534 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati