Una tassa minima “mondiale” per le aziende. La partita non è vinta, ma l’accordo raggiunto dai ministri delle finanze del G7 a Londra ha comunque un forte valore simbolico. È un triplo simbolo del “mondo del dopo”. Il mondo del dopo Trump, prima di tutto, perché il nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avuto un ruolo decisivo nel far inserire tra le priorità mondiali questa tassa, oltre che nel raggiungimento di un accordo. Dobbiamo ringraziare lui se il G7 non è più fuori gioco e il motto non è più “prima l’America”, ma “prima il lavoro”.

Il mondo del dopo pandemia, poi: se tutti questi paesi sono riusciti ad accordarsi è perché hanno terribilmente bisogno di denaro. Il conto del covid-19 è molto salato per i cittadini, ma anche per gli stati e questo facilita il consenso.

Infine il mondo del dopo Luxleaks/Panama papers/Paradise papers, perché le rivelazioni del consorzio di quaranta giornali di tutto il mondo hanno martellato senza sosta sul tema del dumping fiscale, e hanno permesso d’identificare i responsabili dell’evasione, di spiegarne i meccanismi e d’indicare le colpe degli stati e dell’Unione europea. L’accordo dovrebbe permettere di tassare in maniera più equa le aziende più ricche e di mettere un freno all’elusione fiscale e alla delocalizzazione dei profitti, portando a un gettito fiscale in grado di finanziare la spesa pubblica.

Certo, bisogna ancora ottenere l’approvazione della Cina al G20 e quella dell’Ocse, convincere i paesi europei che vivono di dumping fiscale e – già che ci siamo – avvicinare l’aliquota all’obiettivo del 21 per cento. In materia fiscale il problema sono sempre i dettagli: bisognerà aspettare che l’accordo sia trasformato in legge. Se ci fossero troppe scappatoie, potrebbe rivelarsi più apparenza che sostanza. Ma non per questo dobbiamo snobbare il risultato ottenuto: finora la giustizia fiscale era un sacro graal inarrivabile, un tabù indistruttibile. Dopo quello di Parigi sul clima, questo accordo è la prova che i politici possono davvero cambiare il corso degli eventi ed essere al servizio del futuro. Basta che si assumano le loro responsabilità, facciano fronte comune e non sprechino una congiuntura astrale favorevole. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1413 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati