Sono molto colpita dalla recente morte di Niccolò Fraticelli, il tiktoker di 21 anni che si è tolto la vita. Ho una figlia di 14 anni e mi chiedo se con i social stiamo rovinando i nostri figli.–Gaia

La morte di Fraticelli è molto triste ma da quanto ho letto non credo si possa imputare solo all’uso di TikTok, visto che il ragazzo era seguito da anni da uno psicologo e uno psichiatra. Tante ricerche confermano l’impatto negativo dei social sulla salute mentale dei ragazzi e delle ragazze, ma continuo a pensare che quando si parla di adolescenti non si possa ridurre tutto al cattivo di turno, che sia il rock, la tv o, oggi, i social. Il filosofo Umberto Galimberti, in un’intervista del 2021, ha fatto questa riflessione: “I ragazzi tra i 15 e i 30 anni hanno il massimo della potenza sessuale, ma è una potenza non riproduttiva perché non fanno figli prima dei 35, 40 anni. Hanno la massima potenza ideativa: Einstein ha scoperto la sua formula a 24 anni, Leopardi scrisse L’Infinito a 21, Google e Apple li hanno inventati degli universitari. E il massimo che gli offriamo sono i contratti a progetto. Allora dico: prestate attenzione ai giovani. Quando gli adulti si rivolgono a loro dicendo ‘ai miei tempi’ dicono un’oscenità, perché i nostri tempi erano generosissimi. Io sono diventato professore a 23 anni. Adesso, se uno studia filosofia, la prima cosa da sapere è che non insegnerà mai filosofia. Per chi è giovane il futuro, se non è una minaccia, è imprevedibile. E se il futuro non è più una promessa allora viene meno la motivazione: perché devo studiare? Perché devo darmi da fare? E al limite anche: perché devo stare al mon do?”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati