Il caso Drilla è un libro per ragazzi inusuale. Andrew Clements è considerato uno dei più bravi autori a descrivere la scuola e le sue dinamiche, e anche in questo caso non si smentisce. Il romanzo è una sorta di sequel di Drilla, dove Clements ci aveva introdotto a una vera filosofia sull’uso delle parole. Se improvvisamente smettessimo di usare la parola “penna” e la sostituissimo con “drilla” cosa succederebbe? In questo seguito invece si parla di tecnologia. Il protagonista si chiama Josh Willett, studente di prima media, un ragazzo molto sveglio, ma anche irritato dalla richiesta del suo insegnante di inglese, il signor N, di scrivere tutti i compiti ordinatamente con inchiostro su fogli a righe. Josh è un mago della tecnologia e la faccenda dei compiti per lui è marginale, qualcosa da fare in fretta al computer. Il resto del tempo lo passa a programmare in linguaggio Python. Quindi la storia della carta è davvero indigeribile per lui. E lo stesso vale per il signor N e le sue strambe richieste, strambe dal punto di vista di Josh, di avere tutti in classe il tascabile di Gli elementi dello stile. La vicenda spicca il volo quando il ragazzo pirata una copia online del volume e la manda ai suoi compagni. È in quel momento che il romanzo non solo diventa filosofico, sul concetto di classe come spazio, ma un vero e proprio mistery. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati