Cultura Suoni
Flying high
The Alchemist (Dr)

Vale la pena assaporare ogni nuova uscita di The Alchemist. Produttore con un catalogo impareggiabile, è senza dubbio al livello di Madlib in termini di espansione del lessico dell’hip hop statunitense. Nell’ep Flying high The Alchemist è il perno tra quattro mc impeccabili, e mette insieme una squadra che somiglia agli Avengers del rap sperimentale americano. Nell’apertura di RIP Tracy Earl Sweatshirt e Billy Woods, due giganti dell’ultimo decennio, fanno rime sulla scia di un beat inebriante e psichedelico. TF e Boldy James invece danno vita a Trouble man, un pezzo decisamente più introverso e paranoico, mentre Bless sfrutta le abilità di MIKE e Sideshow in mezzo ad atmosfere da Miami anni ottanta dove spunta anche un piano jazz. Il pezzo forte è Midnight oil, che vanta sia Larry June sia Jay Worthy ai microfoni e ti avvolge come il fumo del narghilè. Flying high è uno straordinario banchetto di quattro tracce. L’unico aspetto negativo è che per ora non ci restano altri brani da ascoltare realizzati da questo cast formidabile.
Robin Murray, Clash

Ticket to fame
Decisive Pink (Sean Stout)

Nel 1922 il pittore russo astratto Vasilij Kandinskij affermava che “la musica è l’insegnante definitiva”. Analizzava quanto questa forma d’arte riuscisse a ispirare le menti creative portandole verso un’autentica sperimentazione. Vent’anni dopo avrebbe creato un imponente dipinto chiamato Rosa decisivo. Non sorprende che Angel Deradoorian, californiana, e Kate NV, russa, abbiano chiamato il loro progetto come quel quadro. Nel loro debutto, Ticket to fame, hanno attinto a diversi temi ma principalmente riflettono sulla comunicazione in un’epoca così precaria. Tra sintetizzatori, flauti, batterie campionate e armonie vocali che rimbalzano tra le due musiciste, questo lavoro trova un intrigante equilibrio tra assurdo e realtà. Gli arrangiamenti sono radicati così tanto nell’electro pop da riportarci alla colonna sonora di Strade violente di Michael Mann, composta nel 1981 dai Tangerine Dream, o anche a Remain in light dei Talking Heads, che serve da materiale di partenza per il brano Destiny. Ma ancora di più sono i Tom Tom Club a essere una fonte d’influenza. Prestare attenzione a queste composizioni sfaccettate è divertente e appagante. Alcuni timbri e strutture melodiche ci trasportano in un altro universo e poi ci riportano sulla Terra, quando si parla di frappuccini e buoni sconto. Assurdità, appunto, con cui possiamo relazionarci senza problemi. Mentre cercavano di sperimentare, le Decisive Pink hanno raggiunto un ottimo risultato.
Zara Hedderman, The Quietus

Antheil: sonate per violino e piano

Il compositore statunitense George Antheil (1900-1959) cominciò la sua carriera con lavori spesso in anticipo sui modernisti che sarebbero arrivati dopo di lui: un buon esempio sono le prime tre sonate per violino e piano, che scrisse tra il 1923 e il 1924. Quando compose la quarta, nel 1947-1948, aveva attenuato la sua immagine di “cattivo ragazzo” per diventare un modernista mainstream. Il primo movimento della sonata n. 1 è pura ferocia alla Stravinskij. La breve, compatta sonata n. 2 in un unico movimento fa venire in mente dei cartoni animati di Max Fleischer, con accenni di vaude­ville e cambiamenti d’umore imprevedibili. Allo stesso modo, la sonata n. 3 in un unico movimento ininterrotto offre una versione più dolce dell’asimmetria ritmica di Stravinskij. L’inizio della quarta sonata evoca Charles Ives e Pierino e il lupo; poi ci sono un’elaborata passacaglia e un finale che evoca l’energia sfrenata del giovane Antheil, ma più ricco e stabile. La violinista Tianwa Yang e il pianista Nicholas Rimmer hanno preparato queste partiture con la massima cura e attenzione ai dettagli, e il loro controllo strumentale è assoluto. L’ottima registrazione e le interessantissime note di copertina rinforzano la mia raccomandazione per un disco che contribuisce davvero ad arricchire il catalogo.
Jed Distler, ClassicsToday

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1520 - 14 luglio 2023

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