Cultura Schermi
Immaculate
Sydney Sweeney, Álvaro Morte, Benedetta Porcaroli
Stati Uniti 2024, 89’. In sala
Immaculate (dr)

Immaculate è ambientato in un convento cupo e grigio nella campagna nei dintorni di Roma, ai giorni nostri, o comunque in un passato recente. Dopo un prologo inquietante, Cecilia (Sydney Sweeney) arriva al convento in modo quasi sbrigativo, ma alcuni dettagli saltano subito agli occhi: un prete giovane e fin troppo amichevole (Álvaro Morte), la spiccia madre superiora (Dora Romano), una novizia amichevole (la seducente Benedetta Porcaroli) e un’altra incredibilmente ostile (Giulia Heathfield Di Renzi). Tra gli elementi che destano l’attenzione però c’è anche una scena nel bagno comune dove Cecilia e altre suore giovani posano graziosamente avvolte in accappatoi semitrasparenti. Michael Mohan ha creato un pastiche di generi che combina gli spaventi dell’horror, i brividi del thriller e i piaceri perversi della nunsploitation anni settanta. Anche se Immaculate è molto più castigato di altri film di quel genere, le cose diventano più strane quando Cecilia rimane incinta. Mohan non inventa nulla ma anzi abbraccia giocosamente elementi familiari e questo è uno dei piaceri maggiori del film, insieme alla performance senza freni di Sydney Sweeney.
Manohla Dargis, The New York Times

Matrimonio con sorpresa
Christian Clavier, Didier Bourdon
Francia 2024, 91’. In sala

Scontro frontale tra due pesi massimi della commedia popolare francese, Christian Clavier e Didier Bourdon, per la prima volta insieme sullo schermo, “capi” di due famiglie di estrazione sociale diversa, entrambi ossessionati dalla loro “francesità”. Da un lato i Bouvier-Sauvage, nobili di Bordeaux, dall’altra una delle tante e comuni famiglie Martin. In mezzo i loro figli, decisi a sposarsi. Alla traccia un po’ scontata della lotta di classe, Matrimonio con sorpresa aggiunge quella delle origini etnogeografiche, rivelate attraverso un test del dna. I risultati seminano discordia tra le due famiglie. Che saltino fuori origini portoghesi o tedesche, a unire tutti è la stupidità, dato che agli autori interessa soprattutto sottolineare i pregiudizi di queste caricature di francesi. Per il loro scontro al vertice, Clavier e Bourdon avrebbero meritato di meglio.
Marie Sauvion, Télérama

A family affair
Nicole Kidman, Zac Efron, Joey King
Stati Uniti 2024, 111’. Netflix
A family affair (dr)

Diretta da Richard LaGravenese (Beautiful creatures) riunisce Zac Efron e Nicole Kidman (già insieme in The paper boy) a cui viene aggiunta la “ordinaria” Joey King per formare un insolito tipo di triangolo amoroso. King interpreta Zara, aspirante produttrice cinematografica la cui carriera è impantanata nei capricci del suo capo Chris (Efron), bizzosa star di Holly-wood. Chris è un rubacuori e Zara è sconvolta quando scopre che lui ha una relazione con sua madre Brooke (Kidman), una famosa scrittrice, vedova. Nonostante le buone intenzioni il film di LaGravenese rimane un po’ a metà strada tra una storia di formazione con protagonista King, o una storia di riscatto romantico di una donna di mezza età. Alla fine quindi A family affair diventa il film di Zac Efron: è bello ritrovare un ex idolo di adolescenti in una modalità nuova. Netflix ha molti difetti, ma ha il pregio di aiutare attori molto amati a tornare al loro antico splendore. Ed Efron ha sfruttato bene la possibilità.
Samantha Bergeson, IndieWire

A quiet place. Giorno 1
Lupita Nyong’o
Stati Uniti 2024, 100’. In sala

Forse è l’idea di ambientare il prequel di A quiet place a New York, uno dei posti più rumorosi della Terra. O forse è l’elemento catastrofico della città distrutta che rafforza la premessa dei primi due film della serie. O ancora la scelta della sempre eccellente Lupita Nyong’o nel ruolo complesso di una poeta malata terminale che vorrebbe vivere un po’ prima di morire. O forse sono tutti questi elementi combinati a rendere questo film anche migliore di A quiet place 2. Ci sono un paio di nodi della trama poco sviluppati, ma nel complesso è un prequel elegante e soddisfacente.
Wendy Ide, The Observer

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1571 - 12 luglio 2024
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