Cultura Suoni
SOS deluxe: Lana
SZA (Cassidy Meyers)

Queste canzoni sono state confezionate da SZA insieme a quelle di SOS, disco di grande successo del 2022, ma funzionano meglio. A differenza dei salti di genere del suo predecessore, SOS deluxe: Lana è esteticamente coerente, pieno di sintetizzatori analogici e ritmi da ballata soul. I testi sono meno piccanti, ma Lana sembra più rilassato di SOS e più vicino nel tono a CTRL del 2017, che metteva a nudo tutte le paure e i difetti dell’artista di St. Louis.

A parte forse Charli XCX, SZA è l’unica pop star che interpreta la contemporaneità alle sue condizioni: prende il paesaggio emotivo di TikTok e lo avvolge nel suo classicismo pop, un concentrato che in Lana contiene elementi di latin jazz, new age, psichedelia, soul e rnb anni novanta, tra le altre cose. Questo contrasto tra forma e sostanza fa sì che la musica di SZA risulti al tempo stesso attuale e destinata a durare nel tempo, un equilibrio che molti suoi colleghi presenti in classifica faticano a raggiungere. In brani come My turn la cantante parla del suo desiderio esplicito d’infliggere dolore al suo partner, mentre Crybaby è un’ottima ballata in cui confessa di non riuscire a smettere d’incolpare il resto del mondo per i suoi difetti. In Lana la cantante statunitense sembra totalmente sicura della sua capacità di tenere in pugno un pubblico da stadio con una musica che è ambigua e a volte insulare. Shaad D’Souza, Pitchfork

The night
Saint Etienne (Paul Kelly)

Dormo poco: tendo a stare in piedi oltre la mezzanotte anche se la mia sveglia suona alle 5:30. Quando a casa tutti dormono, recupero quella lucidità di pensiero che di giorno mi manca. Ecco perché le riflessioni notturne e gli arrangiamenti ambient del nuovo album dei Saint Etienne mi rapiscono particolarmente. I temi delle canzoni oscillano tra la speranza della gioventù e la rassegnazione e il realismo della maturità. Prodotto dalla band britannica insieme al compositore Augustin Bousfield, The night si dipana come un balsamo curativo e catartico, con toni calmi e meditativi. Tuttavia è pervaso da una bellissima incandescenza, come nel singolo Half light, in cui la cantante Sarah Cracknell evoca il crepuscolo, guidandoci verso l’oscurità. Anche Nightingale colpisce con la sua eleganza discreta e il piano che cresce drammaticamente, catturando un senso di solitudine che avvolge tutto il disco. The night è una bella aggiunta al repertorio caleidoscopico di questo gruppo, che è sempre ispirato nonostante una carriera lunga più di trent’anni.
Justin Chadwick, Albumism

The real John Bull

Il titolo del primo disco di Maciej Skrzeczkowski, che nel 2023 ha vinto il concorso Musica antiqua di Bruges, ci pone una domanda: chi è il vero John Bull (1562-1628) che il giovane musicista polacco si propone di scoprire? Evidentemente era un artista dalle molte personalità. Compositore, musicista e professore universitario, secondo l’arcivescovo di Canterbury George Abbot “era famoso tanto per la sua passione per le giovani vergini quanto per il suo virtuosismo all’organo e al virginale”. Le sue tresche lo portarono ad abbandonare il Regno Unito per trasferirsi nel Paesi Bassi. Skrzeczkow­ski ci offre un ricco panorama della gamma di colori del musicista, anzitutto con gli strumenti: un virginale inglese e uno “madre e figlio” con due registri diversi, che possono essere combinati o suonati indipendentemente. Poi con il programma, che mescola abilmente i Toys, pezzi che volevano essere soprattutto divertenti, con danze, fantasie, preludi e In nomine, composizioni basate sulla messa Gloria tibi trinitas di John Taverner. Infine con l’interpretazione, attenta ai minimi dettagli di queste miniature. Tutto è al servizio della musica, con serietà, duttilità e dominio tecnico. La grande delicatezza del fraseggio non ci fa sfuggire niente della complessità ritmica e della densità polifonica di Bull.
Anne Ibos-Augé, Diapason

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1596 - 10 gennaio 2025

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