Pierangelo Masciadri vende cravatte nel suo atelier sulle sponde del lago di Como dagli anni settanta. La pandemia lo ha costretto a venderle online. Mentre in tutta Europa durante il lockdown dello scorso anno molte aziende chiudevano, Masciadri, che ha decine di migliaia di clienti in tutto il mondo, tra cui l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, ha aperto un negozio su eBay. “È stata una rivoluzione per la mia attività. Chi avrebbe mai pensato, alla veneranda età di settant’anni, di imparare cosa fosse l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Quando è arrivato il primo ordine non potevo credere che stesse succedendo davvero”, ha raccontato.

Eppure in Italia è in buona compagnia. Dopo la recessione dello scorso anno, la crescita delle esportazioni sta trainando la ripresa dell’economia italiana, aiutata da una rapida diffusione della tecnologia digitale nelle aziende. Ad aprile le esportazioni erano aumentate del 6 per cento rispetto ai livelli del gennaio 2020, un tasso di crescita molto più alto di quello delle grandi economie dell’eurozona. In Francia e Germania era al di sotto dell’1 per cento.

Castel San Giovanni, Piacenza, 17 novembre 2017. Un centro distribuzione di Amazon - Emanuele Cremaschi, Getty Images
Castel San Giovanni, Piacenza, 17 novembre 2017. Un centro distribuzione di Amazon (Emanuele Cremaschi, Getty Images)

Nel gennaio 2020 in Italia i volumi delle vendite online erano cresciuti più del 50 per cento, molto sopra la media del 42 per cento del resto della zona euro.

L’Italia ha sofferto a lungo del ritardo digitale. Nel 2015, un anno prima che Roma lanciasse un piano per favorire gli investimenti tecnologici, meno di una piccola e media impresa su dieci vendeva online, la metà della media dell’eurozona. Nel frattempo il dato è aumentato di 6 punti percentuali, ma la stragrande maggioranza delle aziende italiane ancora non ha canali di vendita online. Un freno alla produttività del paese, che non solo è stato colpito dalla crisi, ma che dall’inizio del millennio registra una crescita reale irrisoria.

Molte aziende hanno dovuto affrontare “situazioni estremamente limitanti” durante la pandemia, afferma Andrea Basso, direttore commerciale della Aptos Italia, una società che fornisce tecnologie di vendita alle piccole e medie imprese. “Così sono state obbligate a trovare soluzioni creative, velocizzando il processo di digitalizzazione. Le aziende molto piccole hanno capito l’importanza di avere tempi di reazione rapidi per essere competitive”, aggiunge Basso.

Le aziende di piccole dimensioni sono indietro con la digitalizzazione. Percentuale di vendite online, escluse le operazioni finanziarie, per numero di impiegati - Fonti: Eurostat, Financial Times
Le aziende di piccole dimensioni sono indietro con la digitalizzazione. Percentuale di vendite online, escluse le operazioni finanziarie, per numero di impiegati (Fonti: Eurostat, Financial Times)

Dario Carosi, del consiglio d’amministrazione di Mondo Convenienza, che progetta, vende e distribuisce mobili e accessori per la casa, afferma che gli investimenti nel digitale sono stati la chiave per mantenere il fatturato dell’azienda al 70 per cento rispetto ai livelli normali anche durante la fase più acuta della pandemia. Il dipartimento digitale creato dall’azienda nel 2017 “ci ha salvato”, dice Carosi. “Da allora abbiamo spostato più risorse nei progetti digitali, riconoscendo che il passaggio online dei clienti è destinato a durare”. Digitalizzazione e innovazione sono anche al centro dell’ambizioso programma italiano di riforme per affrontare il dopo pandemia.

Il commercio online è aumentato durante la pandemia, volume di vendite 2015 = 100 - Fonti: Eurostat, Refinitiv, Financial Times
Il commercio online è aumentato durante la pandemia, volume di vendite 2015 = 100 (Fonti: Eurostat, Refinitiv, Financial Times)

Impatto mitigato

Il presidente del consiglio Mario Draghi vuole usare i 205 miliardi di euro che Roma riceverà dal piano per la ripresa dell’Unione europea per digitalizzare l’economia, per progetti infrastrutturali, per investimenti in difesa del clima e dell’ambiente, per l’istruzione e la salute.

Draghi ha affermato che la digitalizzazione ha “la massima importanza” per ridurre le disuguaglianze socioeconomiche e aiutare l’economia a riprendersi dal covid-19. “È una delle priorità più urgenti del governo”, ha detto. “Molti dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) non si possono realizzare se non facciamo questo passo avanti digitalizzando la nostra pubblica amministrazione, digitalizzando tutto il lavoro progettuale”.

Massimo Rodà, economista del centro studi di Confindustria, è convinto che la digitalizzazione sia stata “un fattore decisivo per lo sviluppo economico del paese e per migliorarne la competitività. Cambia i modelli di consumo e di produzione, i modelli di business, le preferenze e i prezzi, oltre a influenzare variabili rilevanti per le politiche economiche, come l’occupazione, la produttività e l’inflazione”. Così l’impatto economico della pandemia è stato mitigato. L’Italia è l’unica grande economia della zona euro che ha registrato una crescita nel primo trimestre di quest’anno. La sua produzione è aumentata dello 0,1 per cento rispetto ai tre mesi precedenti; l’area dell’euro nel suo complesso, invece, ha registrato una contrazione dello 0,3 per cento.

“Il futuro dell’Italia è nella digitalizzazione e le circostanze attuali hanno sbloccato il processo di modernizzazione in un paese che da troppo tempo si muoveva con grande lentezza”, osserva Irene Finocchi, docente di informatica presso l’università Luiss di Roma. “È finalmente un’opportunità per mettersi alla pari con gli altri paesi”.

Ora, con questo passaggio avvenuto durante la pandemia, molte aziende italiane godono dei benefici della loro sorprendentemente rapida transizione al commercio digitale.

Maura Maitini gestisce un negozio di articoli religiosi e paramenti liturgici nel borgo medievale di Assisi, popolare meta di pellegrinaggio. La sua attività era stata “quasi azzerata dalla pandemia”, fino a quando non ha aperto un negozio online. “Il primo articolo che abbiamo spedito è stato un calice per la messa”, racconta Maitini, “certo, il contatto umano è importante, ma anche la fede si sta evolvendo con la tecnologia. A volte, quando qualcuno ordina un ciondolo o un rosario online, lo benedico in chiesa prima di spedirlo”. ◆ nv

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Questo articolo è uscito sul numero 1417 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati