Il 7 novembre ad Amsterdam si è svolto un pogrom criminale contro i tifosi di calcio israeliani. Pogrom come questo, condotti dai coloni, ci sono quasi quotidianamente in Cisgiordania. I pogrom della città palestinese di Hawara hanno superato per portata e violenza perfino l’Olocausto II di Amsterdam. Il giorno dopo il pogrom nei Paesi Bassi, coloni violenti si sono scatenati a Surif; due giorni prima l’avevano fatto ad Al Maniya.

Mentre gli israeliani erano picchiati ad Amsterdam, nella Striscia di Gaza decine di persone erano uccise indiscriminatamente, compresi molti bambini, come succede ogni giorno. I pogrom quotidiani in Cisgiordania e la guerra a Gaza non sono paragonati all’Olocausto; nessuna forza di soccorso è inviata per salvare le vittime; il ministro degli esteri di Israele e il presidente del parlamento non ne approfittano per un servizio fotografico. Questi pogrom avvengono ogni giorno e nessuno si preoccupa quasi più di segnalarli.

Israele ha stabilito un altro record per l’auto-vittimizzazione che gli piace tanto, e i mezzi d’informazione hanno stabilito un record per l’incitamento, l’esagerazione, il sensazionalismo e l’occultamento delle informazioni che non si adattano alla loro narrazione. Amsterdam ha offerto un’occasione imperdibile: ancora una volta un’aggressione agli ebrei in Europa.

Un tifoso del Maccabi Tel Aviv ha raccontato che proprio il giorno prima aveva visitato la casa di Anna Frank – che coincidenza da brividi – e il conduttore radiofonico è quasi scoppiato a piangere. La corrispondente della propaganda televisiva israeliana di destra e ultranazionalista in Germania, Antonia Yamin, ha spiegato che “l’Europa non capisce il problema”: nell’ultimo anno, trecento palestinesi di Khan Yunis sono arrivati a Berlino e alcuni sono già noti alla polizia. Anche ad Amsterdam la colpa è di Gaza. Yamin ha dimenticato, ovviamente, di citare l’inferno da cui vengono e chi l’ha creato.

È così quando si vive nella bolla calda e accogliente, completamente scollegata dalla realtà, che i mezzi d’informazione israeliani costruiscono per noi. Siamo sempre le vittime e le uniche vittime; c’è stato un massacro solo il 7 ottobre 2023; tutta Gaza è colpevole; tutti gli arabi sono assetati di sangue; tutta l’Europa è antisemita. Avete qualche dubbio? Guardate la notte dei cristalli ad Amsterdam.

Guardare il contesto

E ora i fatti. Ad Amsterdam alcuni tifosi israeliani si sono scatenati per le strade. I disgustosi cori in ebraico e la rimozione di una bandiera palestinese legittimamente appesa a un balcone non sono stati quasi mai mostrati dai mezzi d’informazione israeliani, per non indebolire l’accusa di antisemitismo. Nessuno si è posto la domanda che la violenza e l’odio ad Amsterdam avrebbero dovuto sollevare: perché ci odiano tanto? Non è perché siamo ebrei.

Non è che non ci sia antisemitismo. C’è e va combattuto, ma il tentativo di attribuirgli tutta la colpa è ridicolo e bugiardo. Ad Amsterdam ha soffiato un vento anti-israeliano. Gli immigrati nordafricani, gli arabi e gli olandesi che hanno partecipato ai disordini hanno visto gli orrori di Gaza nell’ultimo anno. Non sono disposti a rimanere in silenzio.

Per loro le vittime sono fratelli e compatrioti. Ogni cameriere marocchino in ogni sperduta cittadina olandese ha visto Gaza molto più degli esperti di questioni arabe in Israele. Nessuna persona decente può rimanere indifferente di fronte alle immagini di Gaza. I violenti di Amsterdam hanno commesso una violenza enorme e meritano di essere condannati e puniti. Nulla può giustificare un pogrom né ad Amsterdam né ad Hawara. Ma anche i disordini di Amsterdam hanno un contesto e Israele non è disposto ad affrontarlo. Preferirebbe mandare una guardia del corpo con ogni tifoso israeliano che va in Europa, piuttosto che chiedersi perché ci odiano e come si può placare l’odio.

Questo è un altro costo della guerra a Gaza che avrebbe dovuto essere considerato: il mondo ci odierà. Ogni israeliano all’estero sarà bersaglio di odio e violenza. È quello che succede quando si uccidono quasi ventimila bambini, si fa pulizia etnica e si distrugge la Striscia di Gaza. È una piccola stranezza del mondo: chi commette questi crimini non è gradito. ◆ dl

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Questo articolo è uscito sul numero 1589 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati