La fiera Eurosatory per la difesa e la sicurezza a Villepinte, vicino a Parigi, 21 giugno 2024. (Artur Widak, NurPhoto/Getty Images)

Se il settore tecnologico, e in particolare quello dei semiconduttori usati dalle aziende di intelligenza artificiale, dovesse rallentare ce n’è un altro che negli ultimi tempi ha dato grandi soddisfazioni agli investitori di tutto il mondo: è quello degli armamenti.

Uno studio di Accuracy, società di consulenza finanziaria, ripreso da Miguel González del País, ha analizzato la performance delle quattordici principali aziende del settore negli Stati Uniti e in Europa.

Il loro valore in borsa è aumentato del 59,7 per cento dal 24 febbraio 2022, quando è cominciata l’invasione russa in Ucraina, con un tasso molto superiore a quello degli indici di riferimento del mercato azionario statunitense ed europeo, che nello stesso periodo sono cresciuti rispettivamente del 13 e del 7 per cento.

L’aumento maggiore si è registrato tra il terzo trimestre del 2023 (quando è cominciata l’offensiva di Israele contro Gaza) e il primo trimestre del 2024.

Le aziende statunitensi prese in esame sono Honeywell International, Rtx Corporation, Lockheed Martin, Northrop Grumman, General Dynamics, L3Harris e Huntington Ingalls. Le aziende europee sono le francesi Safran, Dassault Aviation e Thales; la britannica Bae Systems; la tedesca Rheinmetall; l’italiana Leonardo e la norvegese Kongsberg Gruppen.

I risultati non sono omogenei. Le aziende europee sono andate meglio. Forse, ipotizza la società di consulenza, perché quelle statunitensi erano cresciute già prima del periodo analizzato.

Sul podio di queste olimpiadi della produzione di armi da usare in ogni tipo di guerra ci sono la Germania, medaglia d’oro con la Rheinmetall, specializzata in armi e munizioni, le cui azioni sono cresciute del 245 per cento; l’Italia, medaglia d’argento con la Leonardo, società il cui principale azionista è lo stato italiano, cresciuta del 139 per cento; il Regno Unito, medaglia di bronzo con la Bae Systems, cresciuta del 101 per cento. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 5. Compra questo numero | Abbonati