Si può parlare di caporalato a degli adolescenti e preadolescenti? E se sì come? Con quali parole? Roberto Morgese ha trovato una formula fantastica per non banalizzare l’argomento, coinvolgere i suoi giovani lettori e lettrici e fare anche educazione civica. La storia è quella di un ragazzo del Camerun, dove infuria una guerra subdola sotterranea e dove una parte della popolazione vive nel disagio. Il ragazzo, di nome Morathi, ha solo quindici anni, ma la vita lo porta a vivere esperienze indicibili. In Europa, raggiunta con fatica, non trova un paradiso come sperava, ma un altro inferno. Diventa una persona sfruttata, un soggetto schiavizzato dai latifondisti, che usano gli immigrati per raccogliere verdure pagandoli una miseria. Verdure che poi finiranno nei nostri piatti. Morgese ci fa capire che tutti noi siamo dentro questo meccanismo perverso che sfrutta le persone migranti. E che va strenuamente combattuto. La parabola di Morathi dai campi alla scuola ci parla di tenacia e di utopie possibili. Morathi vuole raggiungere il suo sogno, vuole studiare, essere parte di un abbraccio, ma per farlo deve lottare contro chi non lo lascia respirare. Un libro appassionante e ben scritto. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati