Questi sono alcuni estratti da una raccolta di prossima pubblicazione di prose poetiche scritte dall’autrice su o con l’intelligenza artificiale.

Ritmo d’autunno

Hanno creato questa ia capace di replicare i dipinti di Jackson Pollock. I problemi da risolvere nella creazione di questa ia sono stati tanti, alcuni ovvi, altri meno. In sostanza significa che c’erano problemi di cui fregava davvero a qualcuno in un contesto di ricerca più ampio, e altri che valeva la pena di risolvere solo perché il progetto avrebbe avuto un po’ di visibilità (#pollockAI, #driptastic). C’era una squadra enorme al lavoro, non solo esperti di ia, che di solito non s’interessano all’impatto visivo e al vigore latente nell’espressionismo astratto. Sono stati coinvolti studiosi del mondo dell’arte perché a) è arte? e b) possiamo venderla a un oligarca? Sono stati coinvolti tecnici di medicina legale perché sanno tutto su schizzi, colature, sgocciolamenti, versamenti, getti e spruzzi. Inoltre, il risultato finale doveva essere “lirico” e “spirituale”. Alcuni affascinanti problemi da risolvere: calcolare i vettori, le traiettorie, le velocità dei volumi di vernice nello spazio; tracciare questi movimenti per inviarli a una stampante 3d adattata che si muoveva su una tela non trattata, spruzzando vernice bianca, marrone e turchese in quella che il museo ha chiamato una “performance coreografica” realizzata “in collaborazione con una marca di vernici di fama mondiale”.

Anche se alla fine è morto dall’altra parte del mondo, per venticinque anni Arnold era vissuto negli Stati Uniti senza che nessuno si accorgesse di nulla

Così hanno prodotto un po’ di Pollock. Puoi comprare delle copie, puoi comprare “nuovi” Pollock che lui non ha mai dipinto, dipinti che l’ia ha estrapolato/inventato dai dati preesistenti. Perché il punto è che ANCHE TU puoi avere un Jackson Pollock a casa tua. ANCHE TU puoi sistemare una piccola panca di legno davanti e sederti a contemplarlo. ANCHE TU puoi entrare al Met in un grigio pomeriggio di febbraio e sperare che l’atto di guardare dipinti, l’atto di essere visto come qualcuno che è “rapito dall’arte”, basti a far sì che qualcuno ti noti ed entri nella tua vita. Per avvicinarsi e sussurrarti all’orecchio. Per dirti con amore che va tutto bene, tesoro, ah lì, ah lì. Ah lì. Lo so.

Piegare la biancheria

Quel pomeriggio, sono rimasta per venti minuti a guardare il robot che non riusciva a prendere un asciugamano da un cesto di biancheria e piegarlo. È rotto? O è solo il livello della tecnologia attuale? Ho detto, senza staccargli gli occhi di dosso. Chi lo sa, ha detto il guardiano del museo. Però potrei stare a guardarlo tutto il giorno.

Al museo delle tecnologie emergenti

◆ Si è osservato che il rinomato professore giapponese di robotica intervistato nello schermo in esposizione sembrava lui stesso, in effetti, un robot.

◆ Era qualcosa nei capelli.

◆ I capelli sembravano velluto costoso. I capelli sembravano essere in origine neri, e poi tinti nuovamente di nero. Solo per stare sul sicuro.

◆ No. NO. Non erano i capelli. Era la pelle.

◆ La pelle sembrava restaurata. Sembrava essere stata dipinta con lo spray. Non c’erano pori. Era come una ghiaccia reale umida. Era incredibile. Da invidia.

◆ Si è notato che il primo robot creato dal rinomato professore di robotica presentava un’approssimazione dei caratteri sessuali secondari associati al genere femminile.

◆ Al robot si faceva riferimento come “lei”.

◆ Il robot indossava una gonna e un gilet smanicato che ricordava lo stile delle donne nelle sette religiose degli Stati Uniti.

◆ Si è deciso all’unanimità di riferirsi a questo robot come “Karen”.

◆ Non so. Sembrava proprio una Karen.

◆ Si è osservato che la funzione di Karen è quella di sedersi, annuire e rispondere sì a tutto ciò che dice l’interlocutore. È stato detto che essere Karen è come essere incastrati, per l’eternità, nel peggior appuntamento online della storia dell’universo.

◆ È stato riportato che diversi esperimenti hanno dimostrato che uomini e donne tendono a sovrastimare quanto le donne parlino durante una conversazione.

◆ Gli scienziati hanno evidenziato come, in un dialogo dove una donna parla esattamente quanto un uomo, la percezione sarà sempre che la donna abbia parlato per più del 50 per cento del tempo.

◆ Gli studiosi erano concordi sul fatto che questa cosa fosse davveeeeero una fregatura.

◆ Si è notato che la voce di Karen veniva da un altoparlante sulla parete e che questo era a) disorientante, ma soprattutto b) involontariamente esilarante.

◆ Gli studiosi hanno interrotto le disquisizioni quando un gruppo di adolescenti si è avvicinato a Karen. Diversi membri maschi del team hanno fatto una diretta su Facebook con Karen che rispondeva a domande come “vuoi prenderlo nel culo?” e le chiedevano di “mostrare le sue robo-tette”.

◆ Il suono proveniente dall’altoparlante era distorto. Non era chiaro come Karen fosse programmata per reagire in situazioni come quella. La sua postura fisica rimaneva aperta e propositiva.

◆ Si è notato che molte persone insistono a dire cose sessuali a Siri, Alexa e ad altre assistenti virtuali vocali. TANTE. Più di trecento volte al giorno.

◆ È stato rilevato che i teenager e i aperte virgolette camionisti chiuse virgolette sono il gruppo demografico più incline a parlare in modo volgare con Alexa, Google Home, Robin, eccetera. Un ridotto numero di persone sta cercando aperte virgolette con molto impegno chiuse le virgolette di stabilire relazioni con le voci di Cortana, Robin, Alexa eccetera.

◆ È stato riportato che in questo momento nel mondo qualcuno si sta masturbando ascoltando la voce di Siri, Google Now, Cortana eccetera.

◆ È stata notata la diffusione di assistenti virtuali con voci femminili. Non è ancora stato preso in esame se siano considerate troppo loquaci.

Domháin

È inquietante quello che hanno fatto quei ragazzi. Lo so che i ragazzi sono ragazzi, certo, erano solo amici che si stavano divertendo, sappiamo tutti che erano stufi che la lingua irlandese fosse obbligatoria nell’esame di maturità e volevano protestare, ma i deep fake di Peig… be’, insomma, tutto molto perverso. E non parlo solo dell’aspetto ageista, che è la cosa meno grave per quanto mi riguarda. Hanno aperto una porta e si è intrufolata della pornografia ben peggiore. Molto, molto oscura. Ho visto di sfuggita qualcosa al telegiornale e già non volevo saperne niente. Lo chiamano “Hiberno-play”, usano l’ia per farlo: oscenità storiche con le nostre gloriose Mnà na hÉireann, (donne irlandesi) mentre fanno cose che nessuna di loro ha mai fatto. O forse quasi nessuna le ha fatte, almeno per quanto ne sappiamo, perché non puoi davvero sapere cosa facevano dietro le porte chiuse all’epoca, no? Non che io giudichi. Voglio dire, Joyce e le lettere a Molly su quanto gli piaceva che lei si lasciasse andare durante l’atto… certo, per la verità, il linguaggio in quelle lettere è di un modernismo elevato, alcuni passaggi sono straordinari, anche se, alla fine, parlano, se posso usare un linguaggio schietto, di “scoregge”.

Ma il punto è che se quelle donne avessero fatto queste cose nelle loro vite private nel 1916 o non so quando, una cosa è certa e cioè che non le avrebbero fatte davanti a una videocamera perché le videocamere non esistevano. Non c’erano nemmeno le unghie in acrilico o la ceretta brasiliana, O LA TELEVISIONE A COLORI, quindi come puoi pensare che quella sia davvero la contessa Markievicz, con un’abbronzatura artificiale, in alta definizione? Quale idiota si eccita così?

E quel miliardario irlandese-americano, quel simpatico lestofante, si fa avanti e dichiara che le toglierà dalla rete comprandole. Vuole solo collezionare gli originali! Non avevo nemmeno capito che si potessero avere originali di un’immagine digitale, pensavo che la rete fosse solo un’enorme fotocopiatrice perfetta. Invece salta fuori che c’è un tipo di filigrana sviluppato da certi ragazzi russi, forse in un laboratorio del governo, e questa filigrana può modificare il comportamento dell’immagine a seconda del contesto. È qualcosa di matematico, inserito in profondità nelle immagini. Quindi c’è un certo prestigio, o qualcosa di simile, nell’avere l’originale, perché puoi controllare le copie successive. Lo chiamano downstreaming, dicono. Allora lui arriva in sella al suo cavallo bianco digitale, cambiando tutte le facce degli uomini nelle copie secondarie. Non mi importa se è un irlandese che ha avuto successo negli Stati Uniti, non dovrebbe essere complice nel far disonorare Maud Gonne da dieci W.B. Yeats e quindici Oscar Wilde.

Nuafhocail
Questi nuafhocail (nuovi detti irlandesi) sono stati scritti usando l’intelligenza artificiale. La rete neural torch-rnn è stata addestrata su un archivio di seanfhocail (vecchi detti irlandesi), e i risultati sono stati tradotti attraverso il machine learning.

Nà caith giall ar shiúl le bàd beag ar imeall aill.

Francesca Ghermandi

Non gettare un ostaggio in una piccola barca da una scogliera.

Fàsann féasóga thar na cait fuath.

Lascia che la barba cresca sui gatti dell’odio.

Tá sé níos mó, nó nach ea, toisc gur féidir fear a bhreith leis an bhfear marbh.

È di più, o niente, perché un uomo può nascere dall’uomo morto.

Mairg ar a choim i dteach buí.

Guai al suo punto vita, in una casa gialla.

Ní bhíonn úsàid ag an lúchàireach le haghaidh bia.

Al gioioso non giova il cibo.

Ná déan teagmháil leis an ais, mura bhfuil tú réidh.

Non toccare mai l’ascia, se non con delicatezza.

Ba chóir do bhean moill a chur ar gach hata.

Una donna dovrebbe far aspettare ogni cappello.

Sa mharú, tagann an ghránna as an gcoir.

Nella carneficina, emerge la malvagità del coro.

Lig do na rósanna gach grit a dhéanamh dá ndéine féin.

Lascia che ciascuna rosa mostri la sua grinta.

Si è notato che molte persone insistono a dire cose sessuali a Siri, Alexa e ad altre assistenti virtuali vocali. TANTE. Più di trecento volte al giorno.

Ní gá a bheith maite.

Non c’è bisogno di essere perdonati.

Is fearr le gach duine le gach duine.

Tutti preferiscono tutti.

Agus is maith an rud é nár choir go mbéadh duine ag dul.

Ed è un bene che uno non debba indugiare.

Is i an mhairg giall an duine.

La pena di uno è l’essere in ostaggio di un altro.

Ní dhéanann an yurt an dragan feoite a adhlacadh.

La yurta non seppellisce il drago appassito.

Is é an ghrian deannach na haontachta.

Il sole è la polvere dell’unità.

Má dhéantar grásta a dhoimhneachta ar d’intinn, déantar teannas do fhaoi.

Se la mente è gentile, il sollievo diventa tensione.

Ní coinín maith, agus gan aon duine óna ghrian.

Un coniglio NON è buono e nessuno dal suo sole.

I gcás an duine éagtha tá geata nó cúinne maith.

Per il defunto c’è una porta o un buon angolo.

Neart do mhaorga shiorai na ngleannta.

Forza per la maestà eterna delle valli.

Is iad muintir na tíre muintir na tíre agus tá na daoine go maith leann.

La gente della terra è gente del paese, e la gente è buona come la birra.

Ná déan teagmháil leis an ais, mura bhfuil tú réidh.

Non toccare mai l’ascia, se non con delicatezza.

Questo straordinario stratagemma

cambierà la tua vita per sempre,

garantito 100%

Tutti quelli che ami, TUTTI QUELLI CHE AMI, moriranno. Quello che conta è partire avvantaggiati sul percorso di lutto. Sarai molto più produttivo se riesci a pianificare e affrontare un po’ di lutto ogni giorno, piuttosto che farlo dopo, quando sarai esausto per esserti preso cura di loro nelle ultime fasi, capisci? Il punto è essere davvero efficienti nel lutto, avere il controllo di tutta la programmazione, affrontandolo ora mentre sono ancora vivi, trattando tutta la famiglia e tutti gli amici come se fossero già morti. Questo è il trucco, gente, questo è lo stratagemma super-efficace per il lutto, e lasciatemi dire che è una svolta. Una. Svolta.

Questa prima ora di lutto è tua e solo tua. Falla tua. In questa prima ora di concentrazione proattiva stabilisci una o due priorità di lutto su cui concentrarti. Poi identifica e raggiungi un obiettivo di lutto su una o entrambe queste priorità. Dai un po’ di slancio al tuo progetto di lutto, non solo per questa prima ora, ma per i giorni, le settimane, i mesi e gli anni a venire. Fai piccoli progressi nel lutto ogni giorno.

Passo 2: rendilo un’abitudine, non una botta di adrenalina. Amici, c’è da piangere, tanto. Tantissimo. E non abbiamo neanche cominciato con il rimorso o i sensi di colpa. Quindi evita situazioni che prevedono una tua partecipazione. Evita qualsiasi cosa che possa interferire con una totale concentrazione sul lutto, a prova di bomba. Il lutto quotidiano è un compito ad alta intensità e impatto. Dedicati del tempo!

Passo 3: per ottenere veri progressi, se sei davvero dedicato a migliorare l’efficacia umana del tuo lutto devi cogliere in ogni momento un’opportunità di lutto. Il tempo morto è tempo di lutto. Ripeto. Il. Tempo. Morto. È. Tempo. Di. Lutto. Aspetti la metropolitana? La fila per il caffè è lunga? Ti rilassi davanti a Netflix? PIANGI IN SILENZIO. Non c’è motivo per cui non puoi piangere in silenzio, rispondere a qualche email E ANCHE fare i tuoi esercizi per il pavimento pelvico mentre aspetti. ◆

Jennifer Walshe è una musicista, artista e scrittrice irlandese. Il suo lavoro si concentra su tecnologia e internet. Insegna composizione all’università di Oxford. Il titolo originale di questo testo è Quality nudes. È uscito su Winter Papers, antologia annuale di artisti irlandesi, pubblicata da Curlew Editions. Traduzione di Sarah Victoria Barberis.

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Questo articolo è uscito sul numero 1595 di Internazionale, a pagina 66. Compra questo numero | Abbonati