Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd) è diventato la prima forza politica in Turingia e ha mancato di poco il primo posto in Sassonia. Un altro partito che batte sul tasto del populismo, l’Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw, sinistra radicale), ha ottenuto risultati a doppia cifra in entrambi i land dove si è votato il 1 settembre. I partiti che per decenni hanno fatto la storia della Germania sono stati puniti più o meno severamente.

La scalata al vertice dell’Afd nel giro di pochi anni e l’ascesa della Bsw dimostrano che il paese ha un problema enorme e doloroso: la sfiducia che i partiti tradizionali, dall’Unione cristiano-democratica (Cdu) ai Verdi, siano ancora capaci di risolvere i problemi più importanti per gli elettori, a partire dall’immigrazione. In Sassonia e in Turingia, ma anche in altre regioni, è un sentimento di una portata tale che fino a pochi anni fa nella Germania del dopoguerra e della riunificazione era inimmaginabile. Ma forse il problema più grande è che non c’è più alcuna fiducia nella versione della Germania che è stata considerata reale per decenni: un paese orgoglioso, innovativo e progressista. L’economia non corre, la transizione energetica è un mezzo disastro, le imprese siderurgiche si ritirano. L’ottimismo per il progresso è svanito. E questo angoscia particolarmente i tedeschi dell’est.

L’affluenza alle urne ha segnato livelli record, in Turingia è stata la più alta dal 1990. C’è quindi un segnale che la gente manda: vogliono qualcosa di diverso. Dovrebbero ottenerlo, e qui sta il potenziale del risultato della Bsw. Se si seguisse il vecchio modello della democrazia parlamentare ora bisognerebbe escludere la Bsw, comporre delle coalizioni che escludano l’Afd e la Bsw e poi fingere per altri cinque anni che tutto possa andare avanti come prima. Ma sarebbe un grosso errore, perché non si terrebbe conto di gran parte degli elettori. E con tutta la buona volontà, non si può dire che la strategia nei confronti dell’Afd abbia dato frutti.

Sì, la Bsw è un partito rumoroso, a volte populista. Rappresenta posizioni, per esempio nel dibattito sull’Ucraina, poco condivise in parlamento. Ma non è di estrema destra, i suoi rappresentanti mantengono generalmente un tono fondamentalmente appropriato, e anche se Sahra Wagenknecht è un suv di retorica (sempre a tutto gas, con una scia di schizzi e schianti) non è di per sé riprovevole.

Di cosa discutere

Sarebbe un segno di responsabilità politica chiedersi se sia una buona idea tenere all’opposizione due partiti, l’Afd e la Bsw, che sono bravissimi a sabotare ogni decisione del governo e invece continuare a governare con due partiti che sono i perdenti di questa tornata elettorale. Oppure se non sarebbe una buona idea separare la Bsw dall’opposizione e costringerla a governare. Se in Sassonia e in Turingia il popolo di Sahra Wagenknecht deve assumersi la responsabilità della solidità delle finanze statali, dell’istruzione, della polizia e dello stato di diritto, allora ci sono buone probabilità che questo partito evolva verso la rispettabilità.

C’è tra gli elettori un desiderio di chiarezza, di una nuova cultura politica, ed è molto forte nell’est. L’esperienza dimostra che prima o poi l’occidente seguirà molte tendenze della Germania dell’est. Da questo risultato elettorale con un’affluenza record alle urne non c’è altro da concludere se non che dev’essere preso sul serio. Bisognerebbe discutere di più su come far funzionare di nuovo il paese e meno di ciò che gli elettori della Turingia e della Sassonia hanno fatto di sbagliato o di chi sia la colpa. La situazione così com’è è stata in qualche modo creata da tutti insieme. ◆ sm

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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati