Il 29 settembre Fumio Kishida (nella foto) è stato eletto leader del Partito liberaldemocratico (Pld) battendo il candidato favorito, Taro Kono. Il 30 settembre è scaduto il mandato del primo ministro Yoshihide Suga, e il 4 ottobre il parlamento, dove il Pld ha la maggioranza, designerà Kishida per l’incarico. “Kishida ha promesso più ridistribuzione della ricchezza aumentando la spesa pubblica”, scrive il Japan Times.
Il primo ministro sarà Kishida
Troppi detenuti
Il sistema carcerario indonesiano ospita il doppio dei detenuti rispetto alle sue capacità: l’ha ammesso il ministro della giustizia Reynhard Silitonga tre settimane dopo che 41 detenuti sono morti in un incendio nella prigione di Tangerang, a sud di Jakarta. Silitonga ha anche detto che più della metà dei detenuti sono in carcere perché tossicodipendenti, lasciando intendere che dovrebbero trovarsi invece in cliniche per la riabilitazione, scrive il Jakarta Globe. Il suo vice, Edward Hiariej, ha aggiunto che la soluzione non è costruire più prigioni ma ridurre il numero dei carcerati.
Indicazioni che spaventano
Il governo ha pubblicato delle linee guida per migliorare “lo sviluppo delle donne” in diversi ambiti. Si parla di “ridurre le interruzioni di gravidanza per scopi non terapeutici”. Questa frase ha sollevato il timore che il governo voglia limitare il diritto all’aborto, anche se, scrive SupChina, si riferisce alla prevenzione delle gravidanze indesiderate migliorando per esempio l’accesso ai contraccettivi.
Un precedente rischioso
Il 24 settembre Cina, Stati Uniti e Canada hanno raggiunto un accordo sui casi di Meng Wanzhou (nella foto), la manager della Huawei arrestata nel dicembre 2018 a Vancouver, e di due cittadini canadesi fermati in Cina poco dopo e da allora in carcere. Meng era ricercata dagli Stati Uniti per sospetta violazione delle sanzioni contro l’Iran, mentre Michael Kovrig e Michael Spavor, due canadesi residenti in Cina, erano stati accusati di spionaggio. Pechino ha sempre negato che ci fosse una correlazione tra gli arresti di Kovrig e Spavor e la detenzione di Meng, ma rilasciando i due uomini poche ore dopo la liberazione della dirigente “non ha nemmeno provato a fingere che non si trattasse di due ostaggi”, commenta al New York Times il docente di diritto, esperto di Cina, Donald Clarke. Questo episodio segna un precedente pericoloso e rafforza la posizione di Pechino in future contrattazioni simili. La causa contro Meng è sospesa fino al dicembre 2022, quando sarà archiviata se la manager avrà rispettato i termini dell’accordo. In Cina, dove si è sempre sostenuto che l’arresto di Meng aveva motivazioni politiche, la donna è stata accolta come un’eroina: “Il suo arresto era dovuto all’ascesa della Cina. E così il suo rilascio!”, ha scritto l’agenzia Xinhua. ◆
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