Economia e lavoro

La cannabis crea lavoro

Durante la pandemia l’industria statunitense della cannabis è diventata un rifugio per molti lavoratori della ristorazione e del commercio al dettaglio che avevano perso il posto o erano stati messi in cassa integrazione, scrive il Wash­ington Post. L’anno scorso il numero dei suoi occupati è cresciuto di quasi 80mila unità. “Oggi 321mila statunitensi lavorano nel settore, il 32 per cento in più rispetto al 2020. In altre parole: il paese ha più lavoratori nel settore della cannabis che dentisti o ingegneri elettronici. Molti statunitensi lasciano i vecchi lavori in cerca di posti che offrono condizioni migliori, e spesso li trovano nell’industria della cannabis”.

Criptovalute messe al bando

Il 24 settembre la banca centrale cinese ha dichiarato illegali tutte le transazioni
realizzate con le criptovalute, scrive la Reuters. A maggio Pechino aveva messo al bando le attività di mining, cioè l’emissione e lo scambio delle monete digitali, sul territorio cinese, ma aveva lasciato ai privati la possibilità di usarle per concludere delle transazioni.

La Evergrande non ha pagato

Il 23 settembre gli investitori in possesso di obbligazioni in dollari del gruppo immobiliare cinese Evergrande non hanno ricevuto il pagamento degli interessi in scadenza quel giorno. La Evergrande, spiega il Wall Street Journal, doveva versare 83,5 milioni di dollari su obbligazioni con un valore nominale di 2,03 miliardi. Ora ha trenta giorni di tempo (il cosiddetto termine di grazia) per pagare prima di risultare insolvente. Il gruppo cinese è indebitato per più di trecento miliardi di dollari. Secondo il quotidiano statunitense, le autorità di Pechino hanno chiesto alle amministrazioni locali di prepararsi ad affrontare le ripercussioni economiche e sociali dell’eventuale crollo della Evergrande.

Prezzi alle stelle

Cardiff, Regno Unito (Matthew Horwood, Getty Images)

Il 28 settembre i prezzi del petrolio hanno superato la soglia degli ottanta dollari al barile, raggiungendo il picco più alto dall’ottobre 2018. Il prezzo del greggio Brent, un punto di riferimento dei mercati internazionali, è arrivato a 80,69 dollari. “I prezzi”, osserva la Bbc, “sono in aumento da giorni per colpa della crisi energetica in Europa. Gli analisti sono convinti che continueranno a salire a causa dell’aumento della domanda e della riduzione dell’offerta”. Gli aumenti riguardano anche altre fonti di energia, aggiunge il Financial Times. Il prezzo dei contratti di fornitura del gas naturale con consegna a ottobre è aumentato del 10 per cento, e ciò significa che è raddoppiato dalla metà di agosto. In crescita anche il prezzo delle quote di emissione dell’anidride carbonica, che il 28 settembre è arrivato a 65 euro alla tonnellata. Sui mercati europei, infine, il carbone è scambiato a duecento dollari alla tonnellata, mentre le aziende energetiche fanno fatica ad assicurarsi le forniture in vista dell’inverno. ◆

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1429 - 1 ottobre 2021
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