Durante il 2020 e nella prima metà del 2021 il Vietnam è stato sostanzialmente risparmiato dal covid-19. La sua produzione manifatturiera, in particolare quella fatta per conto dei colossi tecnologici, è rimasta intatta. Ma alla fine di maggio del 2021, scrive Rest of World, anche nel paese asiatico i contagi hanno cominciato a salire, spingendo il governo a introdurre pesanti restrizioni. “Le aziende tecnologiche, già in difficoltà a causa della crisi delle forniture, non potevano permettersi uno stop alla produzione. Così hanno deciso di far funzionare gli impianti a ogni costo, aumentando i salari e assicurando l’accesso ai vaccini, ma anche confinando gli operai nelle fabbriche”. I lavoratori di uno stabilimento della Samsung nella provincia di Bac Ninh, nel nord del paese, sono stati messi di fronte a questa scelta: restare a casa senza lavoro oppure trasferirsi in uno spazio allestito dall’azienda sudcoreana all’interno della fabbrica, ottenendo anche un extra in busta paga. Alla fine centinaia di operai si sono ritrovati in un ambiente dove ogni confine tra il luogo di lavoro e lo spazio privato era stato cancellato. Centinaia di persone dormivano sui materassi sistemati in un magazzino e si muovevano tra la catena di montaggio e la mensa aziendale. Il caso della Samsung è frutto di una scelta del governo vietnamita, che ha garantito agli investitori la continuità della produzione. “Ma la scelta è costata molto ai lavoratori, costretti a subire un periodo d’isolamento fisico e psicologico e di grande fatica”. ◆
Lavoratori reclusi in azienda
La conferma di Powell
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confermato Jerome Powell (a destra nella foto insieme a Biden) alla guida della Federal reserve (Fed), la banca centrale statunitense. Entrato in carica nel 2018, Powell resterà ai vertici della Fed per altri quattro anni alla scadenza del mandato attuale, nel 2022. Sarà affiancato da Lael Brainard, che oggi fa parte del consiglio dei governatori della Fed e dall’anno prossimo prenderà il posto di Richard Clarida nel ruolo di vicepresidente. Brainard era considerata da molti la principale concorrente di Powell alla guida dell’istituto. Negli ultimi mesi la sinistra del Partito democratico aveva chiesto a Biden un cambiamento profondo ai vertici della Fed, partendo proprio dalla nomina di un presidente diverso da Powell. La Casa Bianca, scrive il Financial Times, ha fatto invece “una scelta di continuità in un momento delicato per l’economia statunitense, alle prese con un persistente rialzo dell’inflazione e una ripresa del mercato del lavoro ancora incerta”. ◆
Cambiano i sussidi
Il 17 novembre il governo brasiliano ha presentato un nuovo programma di welfare, Auxílio Brasil, che assicurerà aiuti finanziari a milioni di famiglie povere, scrive l’Associated Press. Auxílio Brasil prende il posto di Bolsa familia, un’iniziativa simile lanciata nel 2003 dall’allora presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Il nuovo programma aumenta in media il sussidio mensile da 190 a 224 real (circa 40 dollari) e allarga la platea dei beneficiari, che passa da 14,5 a 17 milioni di famiglie. “Si tratta però solo di metà delle persone che hanno ricevuto gli aiuti legati alla pandemia, scaduti a ottobre”. Molti esperti, inoltre, hanno dubbi sulla copertura finanziaria del programma.
Nuovo crollo per la lira
Il 23 novembre la lira turca ha registrato un ribasso del 15 per cento rispetto al dollaro, arrivando al cambio di 12,5 lire nei confronti della moneta statunitense, uno dei livelli più bassi di sempre, scrive il Wall Street Journal. Il nuovo crollo è la conseguenza dell’ulteriore taglio al costo del denaro imposto dal presidente Recep Tayyip Erdoğan.
La situazione migliora
“La crisi della catena globale delle forniture comincia ad attenuarsi”, scrive il Wall Street Journal. In Asia diminuiscono le chiusure di impianti produttivi a causa del covid-19, il traffico nei porti commerciali torna alla normalità e si registrano meno problemi legati alla carenza di energia elettrica. Negli Stati Uniti, inoltre, le principali catene di rivenditori sostengono di aver già importato i beni necessari per le prossime festività di fine anno. Intanto le tariffe dei trasporti marittimi sono diventate nettamente più basse. Tuttavia, osserva il quotidiano statunitense, le aziende manifatturiere, quelle della grande distribuzione e le ditte di spedizioni prevedono che si tornerà alla normalità solo nel 2022.
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