Asia e Pacifico

Eruzione disastrosa

Nomuka, Tonga, 17 gennaio 2022 (New Zealand Defense Force, Getty Images)

L’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai il 15 gennaio ha danneggiato i cavi sottomarini per le telecomunicazioni nell’arcipelago di Tonga. Anche per questo è difficile stabilire l’entità dei danni provocati dalla coltre di cenere che ha ricoperto le isole e dallo tsunami seguito all’esplosione. Nella prima dichiarazione dopo il disastro, il 19 gennaio il governo delle Tonga ha detto che tre persone sono morte ma che il bilancio potrebbe aggravarsi. Le prime navi con i soccorsi dall’Australia e dalla Nuova Zelanda sono attese per il 21 gennaio ma le autorità dell’arcipelago temono che insieme agli aiuti possa arrivare il covid-19. Finora è stato registrato un solo caso positivo, a ottobre del 2021. ◆

Rallentamento che preoccupa

Qingdao, 14 gennaio 2022 (China OUT, AFP/Getty Images)

La battaglia della Cina per contenere la variante omicron del sars-cov-2 rischia di bloccare le forniture globali già sotto pressione, scrive il Financial Times. L’impatto dei continui lockdown sulla produzione di merci potrebbe essere peggiore rispetto a quello dei primi mesi della pandemia. “Tra la pandemia, il capodanno lunare e le Olimpiadi invernali le cose non potrebbero essere più complicate”, dice Ambrose Conroy, consulente del settore. Intanto l’economia cinese rallenta: nel quarto trimestre del 2021 è cresciuta solo del 4 per cento, e se la tendenza sarà duratura avrà conseguenze su scala mondiale. Secondo il Fondo monetario internazionale la Cina è il paese che più contribuisce al pil gobale e nei prossimi cinque anni dovrebbe produrre più di un quinto della crescita mondiale. A gettare un’ombra sul sogno di Pechino di raggiungere l’economia statunitense è anche la crisi demografica, scrive Nikkei Asia. Nel 2021 la popolazione cinese è cresciuta dello 0,034 per cento, il tasso più basso in sessant’anni. La Cina non è l’unico paese con il problema della bassa natalità ma è quello dove la crisi demografica procede a ritmo più elevato ed essendo un’economia in via di sviluppo il rischio è che “diventi vecchia prima di diventare ricca”, come dicono gli economisti per descrivere la cosiddetta trappola del reddito medio.

Resa dei conti dopo i disordini

Dopo due settimane di silenzio, l’ex presidente kazaco Nursultan Nazarbaev è ricomparso il 18 gennaio in un video in cui nega che sia in corso un conflitto ai vertici del potere. La dichiarazione arriva mentre è chiaro che, in seguito ai disordini nel paese, è in atto una resa dei conti, con dimissioni e licenziamenti che suggeriscono un’epurazione ai danni del clan dell’ex presidente, scrive The Diplomat. Kasym-Žomart Tokaev, l’attuale presidente, ha criticato l’azienda di riciclaggio di Aliya Nazarbaeva, la figlia minore di Nazarbaev, con un ricco giro d’affari “che dovrebbe essere gestito dallo stato”. Pochi giorni dopo il marito ha lasciato la guida della KazTransOil, azienda statale incaricata del trasporto di petrolio, e il marito della figlia maggiore dell’ex presidente si è dimesso dalla guida di quella che gestisce il gasdotto nazionale. Un altro genero di Nazarbaev è stato tolto dalla direzione del principale gruppo lobbista del paese e un suo nipote è stato sollevato dalla carica di vicecapo del consiglio nazionale di sicurezza. “Tutti sanno che per trent’anni non ho fatto altro che lavorare per la madrepatria”, ha detto Nazarbaev.

Una nuova capitale

Willy Kurniawan, Reuters/Contrasto

Il parlamento indonesiano ha approvato il trasferimento della capitale da Jakarta a una nuova città nella provincia del Kalimantan orientale, sull’isola del Borneo. La nuova capitale si chiamerà Nusantaran e la sua costruzione, insieme al trasferimento della sede del governo e delle agenzie statali, fa parte di un piano decennale di priorità nazionale. La città avrà un’amministrazione provinciale. Il presidente Joko Widodo ( nella foto ) aveva annunciato l’intenzione di spostare la capitale nel 2019, giustificandola con i problemi cronici di Jakarta: il traffico, l’inquinamento, la sovrappopolazione e le inondazioni della zona costiera. La nuova capitale costerà 33 miliardi di dollari, di cui lo stato pagherà il 19 per cento e il resto sarà finanziato da investitori locali e stranieri, scrive il Jakarta Globe.

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1444 - 21 gennaio 2022
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