Il genoma della mosca bianca del tabacco (Bemisia tabaci) contiene decine di geni provenienti dalle piante di cui si nutre. I ricercatori dell’università di Parigi-Saclay l’hanno scoperto grazie a un programma che rileva i cosiddetti trasferimenti genici orizzontali tra piante e animali. Si tratta di processi che permettono a un organismo di assimilare e integrare dna alieno, come succede comunemente tra i batteri. Studi recenti sulla mosca bianca avevano rilevato quattro geni vegetali. Ora la nuova ricerca più approfondita, pubblicata in anteprima su bioRxiv, ha individuato cinquanta geni vegetali acquisiti – forse tramite virus – in 24 occasioni tra 50 e 19 milioni di anni fa. Molti di questi geni hanno avuto un ruolo evolutivo importante, rendendo la mosca bianca immune alle tossine usate dalle piante per difendersi.
Dalle piante agli insetti
Le cause del covid lungo
Quattro fattori potrebbero aumentare il rischio di sviluppare il long covid, i postumi a lungo termine del covid-19. Alcuni pazienti, anche con forme lievi della malattia, continuano a manifestare sintomi molti mesi dopo il contagio. Questi disturbi comprendono dispnea, stanchezza, problemi di memoria, mancanza dell’olfatto, problemi gastrointestinali e altro. Secondo il nuovo studio, i quattro fattori di rischio sono l’elevata carica virale (la presenza di alti livelli del virus sars-cov-2 nel sangue), la riattivazione del virus di Epstein-Barr (molto diffuso nella popolazione e di solito innocuo), la presenza di autoanticorpi (anticorpi che aggrediscono cellule e tessuti del proprio corpo) e il diabete di tipo 2. La carica virale, misurabile al momento della diagnosi di covid-19, potrebbe essere usata per identificare i pazienti più a rischio di sviluppare il long covid, in modo da fornirgli le terapie adatte il più presto possibile. Allo studio, che ha il merito di approfondire le radici biologiche del long covid, hanno partecipato più di trecento pazienti che avevano sintomi a più di due mesi dall’infezione. ◆
Una zampa che ricresce
I ricercatori dell’università Tufts e dell’istituto Wyss di Harvard, negli Stati Uniti, sono riusciti per la prima volta a rigenerare la zampa di uno xenopo liscio (Xenopus laevis), una rana diffusa in Africa australe e priva di capacità rigenerative naturali. Il metodo prevede la somministrazione per ventiquattr’ore di un cocktail di farmaci, tra cui alcuni che stimolano la crescita di fibre nervose, vasi sanguigni e muscoli. Nel giro di diciotto mesi la zampa si è riformata e la rana era in grado di muoversi e nuotare. La speranza, scrive Science Advances, è che in futuro farmaci di questo tipo possano favorire la rigenerazione di tessuti e organi umani danneggiati a causa di malattie o incidenti.
I colori di Urano e Nettuno
Alcuni ricercatori hanno costruito dei modelli delle atmosfere dei pianeti Urano e Nettuno, basandosi sui dati delle sonde Voyager 1 e 2, raccolti più di trent’anni fa, e su quelli di telescopi terrestri e spaziali. Hanno scoperto che Urano (a sinistra nell’immagine) ha un colore più chiaro per la presenza di grandi quantità di metano, che rendono l’atmosfera più densa rispetto a quella di Nettuno. Le atmosfere di Urano e Nettuno differiscono anche per altre caratteristiche. Lo studio, ancora preliminare, è stato pubblicato su arXiv.
Energia da fusione
È stato compiuto un nuovo passo verso la fusione nucleare, il processo in cui i nuclei di due o più atomi si uniscono rilasciando energia. Questo processo avviene nelle stelle ed è difficile da realizzare in modo controllato in laboratorio. La ricerca, pubblicata su Nature, mostra che è possibile ottenere uno stato del plasma, composto da atomi di deuterio e trizio, in cui il processo di fusione produce il calore necessario per innescare le ulteriori reazioni.
Genetica Nei cani è presente una variante genetica che regola le loro dimensioni. La variante è stata individuata in esemplari antichi e moderni dell’animale. Secondo uno studio pubblicato su Current Biology, probabilmente è comparsa più di 53mila anni fa nei lupi. Si pensa che sia stata sfruttata nel processo di domesticazione per ottenere razze più piccole.
Neuroscienze L’organizzazione della memoria semantica, scrive Science Advances, potrebbe essere legata al comportamento creativo. Lo studio ha coinvolto 94 persone di lingua francese che dovevano valutare la vicinanza di significato tra coppie di parole estratte da una lista. L’esecuzione del compito è stata messa in relazione all’attivazione di specifiche regioni del cervello, legate alla memoria semantica. I dati sono poi stati confrontati con un indicatore della creatività dei partecipanti.
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