Dopo aver evitato per due settimane di condannare Mosca per l’invasione dell’Ucraina, l’8 marzo il presidente Xi Jinping, in videochiamata con il presidente francese Emmanuel Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Sholz, si è detto pronto a collaborare con la comunità internazionale per “evitare che la situazione già tesa degeneri o sfugga di mano”. Il presidente cinese ha invocato “il massimo controllo per prevenire una crisi umanitaria su larga scala”, scrive il Nikkei Asia, e, stando alla versione in inglese del comunicato diramato dal governo cinese, per la prima volta ha usato la parola “guerra”. Finora, infatti, le autorità e i mezzi d’informazione cinesi avevano parlato di “un’operazione militare speciale”, adeguandosi alla propaganda russa. Xi Jinping non ha proposto Pechino nel ruolo di mediatrice, come chiesto dall’Ucraina, ma ha elogiato gli sforzi di Parigi e Berlino per arrivare a un negoziato. Il giorno prima il ministro degli esteri cinese Wang Yi, parlando ai giornalisti, aveva definito “solida come una roccia” la partnership strategica con Mosca. Ma le accuse alla Russia per le violazioni del diritto internazionale rendono la posizione di Pechino sempre più difficile. Anche l’India ha mantenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti dell’invasione russa, astenendosi dal condannarla. La morte di uno degli studenti indiani colti dalla guerra in Ucraina ha fatto aumentare le pressioni sul governo perché condanni Mosca. ◆
La Cina cambia tono
Il paese ai conservatori
Il 9 marzo il conservatore Yoon Suk-yeol, candidato del Partito del potere popolare ha vinto le elezioni presidenziali in Corea del Sud battendo di poco Lee Jae-myung, candidato del Partito democratico del presidente uscente Moon Jae-in. Ex pubblico ministero, Yoon è noto per aver contribuito alla condanna per corruzione di due ex presidenti, del capo di fatto della Samsung e di un ex giudice della corte suprema. In campagna elettorale ha puntato sul malcontento per la crisi economica. Il giorno del voto i nuovi contagi di covid-19 hanno raggiunto la cifra record di 342.446. ◆
L’allarme del Pam
I fondi del Programma alimentare mondiale (Pam) per alleviare la crisi umanitaria in Afghanistan causata da anni di guerra e siccità stanno finendo, scrive Tolo News. È l’allarme lanciato il 7 marzo dall’agenzia delle Nazioni Unite, secondo cui il 95 per cento delle famiglie nel paese non ha da mangiare a sufficienza. “Abbiamo bisogno di 1,6 miliardi di dollari per assistere 23 milioni di afgani”, ha specificato Wahidullah Amani, portavoce del Pam in Afghanistan. Secondo un rapporto dell’Onu pubblicato il 7 marzo, da quando i taliban hanno preso il potere sono almeno 400 i civili uccisi, più dell’80 per cento da affiliati al gruppo Stato islamico.
Bachelet andrà nello Xinjiang
L’alta commissaria dell’Onu per i diritti umani Michelle Bachelet ha annunciato l’8 marzo che andrà in Cina a maggio e visiterà anche lo Xinjiang, dov’è in corso la repressione della minoranza uigura. Lo stesso giorno, scrive la Bbc, 192 gruppi per i diritti umani hanno fatto pressioni sulla commissaria per la pubblicazione di un rapporto sullo Xinjiang, a lungo rimandato.
Crisi profonda
Lo Sri Lanka sta affrontando la peggior crisi economica dall’indipendenza del 1948, scrive The Diplomat. Il paese è sull’orlo dell’insolvenza perché le sue riserve di valuta estera disponibili sono precipitate sotto il miliardo di dollari. I segnali del possibile default sono sotto gli occhi di tutti. All’inizio di marzo il ministero dell’energia ha annunciato che ci sarebbero state sette ore e mezza di blackout quotidiano perché manca il petrolio per produrre elettricità. Questa situazione è dovuta a una crisi della bilancia dei pagamenti cominciata all’inizio del 2020. Con la pandemia il paese ha perso i quattro miliardi all’anno di entrate in valuta estera portati dal turismo. Per evitare di chiedere aiuto al Fondo monetario internazionale, lo Sri Lanka si è rivolto a due paesi in competizione tra loro, l’India e la Cina, con cui ha rapporti da decenni. Ma, avverte The Diplomat, nel firmare accordi deve salvaguardare gli interessi nazionali.
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