Il numero di giugno della rivista Letras Libres è dedicato all’istruzione superiore e al futuro delle università in Messico. Fin da quando si è insediata, nel 2018, l’amministrazione del presidente Andrés Manuel López Obrador (sinistra populista) ha portato avanti un attacco all’autonomia degli atenei e alla libertà accademica, “due condizioni fondamentali per la ricerca scientifica, la diffusione del pensiero critico e il diritto di mettere in discussione la realtà in cui viviamo e i suoi dogmi”. Obrador ha agito su vari fronti: ha tagliato i fondi per l’istruzione superiore, ha attaccato gli atenei definendoli culle del pensiero neoliberale, ne ha chiuso alcuni per motivi politici e ha nominato rettori aggirando le procedure. Letras Libres cita vari casi e dà spazio a molte testimonianze per sottolineare l’importanza delle università come spazi liberi per la discussione e la conoscenza. ◆
Il destino delle università
Grandi assenti al vertice
Si è aperto il 6 giugno a Los Angeles il nono vertice delle Americhe, un evento che si tiene dal 1994 e ha lo scopo di riunire i capi di stato di tutti i paesi della regione. Quest’anno più che gli argomenti sul tavolo della discussione, primo tra tutti la questione migratoria, si è parlato dei grandi assenti all’incontro. “L’amministrazione Biden non ha invitato i leader di Venezuela, Cuba e Nicaragua, affermando che non rispettano i princìpi democratici”, scrive l’Afp. La reazione è stata immediata: il presidente messicano López Obrador, il boliviano Luis Arce e l’honduregna Xiomara Castro hanno boicottato il vertice. Intanto una carovana di migliaia di migranti è partita il 6 giugno dal sud del Messico verso gli Stati Uniti. ◆
Come vietare le armi
Il governo canadese guidato da Justin Trudeau ha introdotto in parlamento una serie di misure per limitare la diffusione di armi da fuoco. “Il premier ha spiegato questa scelta citando le stragi avvenute negli Stati Uniti nelle ultime settimane”, scrive il Globe and Mail, “ma ha influito anche l’aumento della violenza armata che c’è stato in Canada negli ultimi tempi”. I crimini violenti in cui sono coinvolte armi da fuoco sono aumentati del 20 per cento tra il 2015 e il 2020. Dal 2020 in Canada sono vietati la vendita, il trasporto, l’importazione e l’uso di 1.500 modelli di armi d’assalto: con la nuova legge gran parte di queste restrizioni saranno estese anche alle pistole. Si potranno ancora comprare fucili per la caccia e per le attività sportive, ma con delle limitazioni. Inoltre la legge proposta dal governo vieterebbe il possesso di armi a persone coinvolte in casi di violenza domestica. “Intanto gli Stati Uniti hanno vissuto il peggior fine settimana dell’anno per quanto riguarda la violenza di questo tipo”, scrive Usa Today. “Tra il 3 e il 5 giugno ci sono state dodici sparatorie con almeno quattro vittime (feriti e morti) in varie città, tra cui Filadelfia, Chattanooga, Saginaw e Omaha. I morti sono stati 17 e i feriti 65”. Dall’inizio dell’anno ci sono state 245 sparatorie con almeno quattro vittime. Nel 2021 sono state 692.
Giornalista scomparso
Il 6 giugno il quotidiano britannico The Guardian e due associazioni brasiliane hanno annunciato che il giornalista britannico Dom Phillips ( nella foto ) e Bruno Pereira, esperto di popoli indigeni incontattati, sono scomparsi mentre conducevano alcune ricerche nella valle del Javari, in Amazzonia, vicino al confine con il Perù. Phillips stava scrivendo un libro sulla foresta pluviale con il sostegno dell’Alicia Patterson foundation. “Pereira faceva parte dell’ong Unijava e di recente aveva ricevuto minacce di morte”, scrive il Guardian. “Abbiamo bisogno dell’esercito, della polizia, dei pompieri. Non c’è tempo da perdere”, ha detto Beto Marubo, un leader nativo della regione. Il 7 giugno la polizia brasiliana ha aperto un’inchiesta sul caso.
Bolivia Il procuratore generale Juan Lanchipa ha chiesto il 6 giugno quindici anni di prigione per l’ex presidente ad interim Jeanine Áñez, accusata di aver condotto un colpo di stato nel novembre 2019 contro il presidente socialista Evo Morales (2006-2019).
Repubblica Dominicana Il 6 giugno il ministro dell’ambiente Orlando Jorge Mera, 55 anni, è stato ucciso mentre partecipava a una riunione a Santo Domingo. Non si conoscono le cause dell’omicidio, compiuto da un suo amico d’infanzia, Miguel Cruz, che è stato arrestato.
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