“L’avanzo di bilancio accumulato dallo stato russo nel 2022 è praticamente evaporato dopo il brusco calo delle entrate di gas e petrolio ad agosto, che in quel mese ha provocato un deficit di circa 360 miliardi di rubli (5,9 miliardi di dollari)”, scrive il Financial Times. Nei primi sette mesi del 2022 la Russia ha registrato un avanzo di quasi cinquecento miliardi di rubli. Ad agosto il dato è sceso a 137 miliardi, suggerendo forti perdite attribuite al calo delle entrate energetiche, che assicurano quasi la metà del bilancio pubblico. Tra gennaio e agosto, conclude il quotidiano, le vendite di gas e petrolio sono diminuite del 18 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021.
Un mese in deficit
La Bce alza i tassi
L’8 settembre la Banca centrale europea (Bce) ha aumentato il costo del denaro dello 0,75 per cento, il rialzo più alto mai deciso dall’istituto, scrive Le Monde. L’obiettivo è “incoraggiare il risparmio e ridurre i consumi, nella speranza di contenere l’aumento dei prezzi”. Ad agosto nell’eurozona l’inflazione ha raggiunto il livello record del 9,1 per cento.
Pubblicità vietata
Dal 2024 nella città olandese di Haarlem sarà vietata la pubblicità della carne a basso costo, scrive la Süddeutsche Zeitung. È un’iniziativa senza precedenti lanciata dal partito ambientalista GroenLinks. In realtà il divieto sarà esteso anche ad altri prodotti considerati dannosi per l’ambiente, come i viaggi in aereo, le fonti d’energia fossili e le auto con motore a combustione. Ma probabilmente, aggiunge il quotidiano tedesco, la carne a basso costo è il tema che suscita più interesse nel paese, visto che in media ogni olandese mangia 67,1 chili di carne all’anno. L’industria della carne, intanto, ha cominciato a contestare la decisione, sostenendo che il divieto è illegale perché viola la libertà di opinione.
La fine dei sussidi
Il 12 settembre la banca centrale del Libano ha smesso di fornire dollari per finanziare le importazioni di carburante, una decisione destinata a mettere fine al costoso sistema di sussidi pubblici al prezzo della benzina, scrive Al Jazeera. Lo stop dell’istituto provocherà prezzi più alti e un’ulteriore svalutazione della lira libanese, già da tempo in caduta libera (negli ultimi anni ha perso il 90 per cento rispetto al dollaro) a causa della grave crisi economica, che in pochi anni ha portato tre quarti della popolazione sotto la soglia di povertà. Molti importatori dovranno rivolgersi al mercato nero per procurarsi i dollari necessari all’acquisto di vari beni, tra cui il carburante. “Attualmente sul mercato nero un dollaro statunitense vale circa 35mila lire, mentre all’inizio di settembre era scambiato a 28mila lire sul mercato ufficiale. Il 12 settembre il prezzo di venti litri di benzina è arrivato a ventimila lire, un balzo significativo rispetto alle poche migliaia di lire richieste fino a qualche settimana fa”. ◆
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