La Meta, l’azienda che controlla Facebook e Instagram, vuole far pagare agli utenti alcuni servizi offerti dai suoi social network, scrive il New York Times. Il gruppo guidato da Mark Zuckerberg segue l’esempio di Twitter, che ha deciso d’imporre una tariffa agli account verificati, cioè quelli di cui è stata verificata l’identità del titolare, contrassegnati da una spunta blu. Il nuovo servizio a pagamento si chiama Meta Verified ed è stato lanciato in Australia e in Nuova Zelanda, ma presto sarà esteso ad altri paesi, a cominciare dagli Stati Uniti. Pagando 11,99 dollari al mese (14,99 dollari per chi usa il sistema operativo della Apple), gli utenti otterranno un account verificato su Facebook o su Instagram e l’accesso diretto ai servizi di assistenza ai clienti. Per provare la loro identità, conclude il quotidiano, dovranno presentare un documento di riconoscimento. La Meta ha precisato che chi ha già un account verificato su Instagram e Facebook per ora potrà mantenerlo senza pagare. ◆
Facebook a pagamento
Quanto costano i tassi più alti
Nel 2021 i tassi d’interesse sono costati nel mondo 10.400 miliardi di dollari, pari al 12 per cento del pil globale, a governi, imprese e famiglie. Nel 2022, in seguito all’aumento del costo del denaro deciso da varie banche centrali, il conto è arrivato a 13mila miliardi, pari al 14,5 per cento del pil mondiale. Nello stesso periodo i debiti sono passati da 255mila a trecentomila miliardi, scrive l’Economist. Il settimanale ha analizzato i dati di 58 paesi ricchi ed emergenti che rappresentano il 90 per cento del pil mondiale. Due anni fa il costo medio del denaro in questi paesi era del 2,6 per cento. Nell’ultimo trimestre del 2022 era arrivato al 7,1 per cento.
Il litio spetta al governo
Il 18 febbraio il presidente del Messico Andrés Manuel López Obrador ha firmato un decreto che affida la gestione delle riserve di litio del paese, nazionalizzate nel 2022, al ministero dell’energia, scrive la Reuters. Il Messico ha riserve di litio stimate in 1,7 milioni di tonnellate, su cui attualmente hanno delle licenze alcune aziende minerarie straniere.
Grazie all’Irlanda
L’Europa non ha subìto una catastrofe economica come speravano il presidente russo Vladimir Putin e i suoi sostenitori. A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, non c’è stato il crollo, temuto soprattutto quando nell’estate del 2022 il prezzo del gas ha raggiunto livelli record, scrive Le Monde. Più che altro si può parlare di stagnazione: nel quarto trimestre del 2022 l’eurozona è cresciuta solo dello 0,1 per cento, mentre l’intera Unione europea è ferma a zero. Tuttavia, aggiunge il Financial Times, il risultato negativo è stato evitato grazie alla crescita del 3,5 per cento registrata dal pil dell’Irlanda. L’economia irlandese è raddoppiata rispetto al 2014, mentre nello stesso periodo l’eurozona è cresciuta del 23 per cento.
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