Il 25 febbraio a Lisbona migliaia di persone hanno manifestato contro l’aumento del costo della vita e l’emarginazione delle periferie. La protesta era organizzata dal movimento Vida Justa, fondato a ottobre dai collettivi e dalle associazioni dei quartieri più poveri della capitale. In Portogallo, uno dei paesi con il salario medio più basso d’Europa, negli ultimi anni il valore degli immobili e il costo degli affitti si sono impennati a causa del boom del turismo e degli investimenti stranieri, costringendo molti lavoratori a basso reddito a lasciare il centro storico per trasferirsi in periferia. L’aumento dell’inflazione, che ha raggiunto l’8,3 per cento, ha ulteriormente aggravato il problema. Recentemente il governo ha presentato un pacchetto di misure per alleviare la crisi immobiliare, tra cui la fine del discusso sistema dei “passaporti dorati” per gli investitori stranieri e il blocco dei nuovi affitti su Airbnb. Ma Vida Justa considera il piano insufficiente e chiede che lo stato intervenga direttamente per limitare i prezzi e garantire il diritto alla casa. ◆
La rivolta delle periferie
Incidente ferroviario
Almeno 38 persone sono morte e decine sono rimaste ferite nella collisione tra due treni avvenuta nella notte del 28 febbraio vicino a Larissa ( nella foto ). Secondo le prime ricostruzioni l’incidente sarebbe dovuto a un ordine sbagliato impartito dal capostazione di Larissa, che è stato arrestato con l’accusa di strage colposa. Ma secondo Kathimerini l’errore umano avrebbe potuto essere evitato se il sistema di allerta e controllo a distanza fosse stato aggiornato, come chiedevano da anni i sindacati. Il ministro dei trasporti Kostas Karamanlis si è dimesso.
Droni imbarazzanti
In Russia l’intensificarsi degli attacchi di droni ucraini sta mettendo in grave imbarazzo il Cremlino, scrive Meduza. Il 28 febbraio è stato colpito un terminal petrolifero a Tuapse, a trecento chilometri dal confine ucraino, e un altro drone è stato abbattuto vicino a un impianto della Gazprom a cento chilometri da Mosca. Altri attacchi sono stati registrati nelle regioni di Belgorod e Bryansk, e lo spazio aereo di San Pietroburgo è stato chiuso a causa di un oggetto non identificato.
Un grande passo avanti
Il 28 febbraio a Bruxelles il presidente serbo Aleksandar Vučić e il premier kosovaro Albin Kurti hanno firmato un accordo per normalizzare i rapporti tra i due stati. L’intesa, negoziata con il supporto dell’Unione europea, prevede che le due parti accettino la reciproca validità di documenti e simboli nazionali, tra cui passaporti, targhe e timbri doganali. Belgrado non riconoscerà il Kosovo, ma non si opporrà alla sua adesione alle organizzazioni internazionali, mentre Pristina s’impegna a garantire un certo livello di autonomia alla minoranza serba. “A questo punto”, scrive il croato Jutarnji List, “è necessaria un’attenta vigilanza di Unione europea e Stati Uniti. Basta che Bruxelles si distragga un po’, e Belgrado e Pristina troveranno qualche motivo per non rispettare gli impegni presi e ricominciare con accuse e recriminazioni”.
Il 28 febbraio a Bruxelles il presidente serbo Aleksandar Vučić e il premier kosovaro Albin Kurti hanno firmato un accordo per normalizzare i rapporti tra i due stati. L’intesa, negoziata con il supporto dell’Unione europea, prevede che le due parti accettino la reciproca validità di documenti e simboli nazionali, tra cui passaporti, targhe e timbri doganali. Belgrado non riconoscerà il Kosovo, ma non si opporrà alla sua adesione alle organizzazioni internazionali, mentre Pristina s’impegna a garantire un certo livello di autonomia alla minoranza serba. “A questo punto”, scrive il croato Jutarnji List, “è necessaria un’attenta vigilanza di Unione europea e Stati Uniti. Basta che Bruxelles si distragga un po’, e Belgrado e Pristina troveranno qualche motivo per non rispettare gli impegni presi e ricominciare con accuse e recriminazioni”.
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