“Giuriamo fedeltà”, titola a caratteri dorati il quotidiano emiratino Al Ittihad, sotto ai ritratti del presidente Mohammed bin Zayed al Nahyan e di quattro suoi familiari. Il 29 marzo l’emiro ha nominato suo figlio maggiore Khaled bin Mohamed bin Zayed principe ereditario di Abu Dhabi e ha assegnato ai suoi fratelli i posti chiave nelle istituzioni del paese. Mansour bin Zayed, proprietario della squadra di calcio inglese del Manchester City, è stato nominato vicepresidente, un ruolo che condividerà con l’emiro di Dubai, Mohammed bin Rashid al Maktoum. Altri due fratelli, Tahnoun bin Zayed e Hazza bin Zayed, sono diventati vicesovrani di Abu Dhabi. Secondo il sito panarabo Middle East Eye, Khaled, che ha 41 anni, è destinato a succedere al padre come presidente. La sua nomina conferma la modalità, inaugurata dal re Salman dell’Arabia Saudita con il figlio Mohammed bin Salman, di tramandare il potere in linea diretta e non tra fratelli com’era tradizione nei paesi del Golfo. Inoltre, i nuovi incarichi rafforzano il potere della sua casata sugli altri emirati che compongono il paese. ◆
In linea diretta
Quattro attacchi in sette giorni
Due persone sono morte il 4 aprile in un bombardamento israeliano vicino a Damasco. Enab Baladi nota che è il quarto raid in meno di una settimana. Secondo il giornale indipendente siriano gli attacchi sono aumentati dopo il terremoto del 6 febbraio, perché Israele crede che l’Iran usi i voli umanitari per portare armi nel paese. Lo stesso giorno gli Stati Uniti hanno annunciato di aver ucciso in un raid a Idlib, nel nordovest della Siria, Khaled Aydd Ahmad al Jabouri, un capo del gruppo Stato islamico, responsabile di attacchi in Europa.
Lo yogurt sui capelli
Alcuni politici conservatori hanno proposto misure più severe per far rispettare la legge che impone alle donne d’indossare l’ hijab , il velo islamico che copre i capelli, riferisce Radio Farda. Parlando alla tv di stato il 1 aprile, il presidente Ebrahim Raisi ha ribadito che l’hijab è una “questione giuridica” e una “necessità religiosa”. Il giorno prima sui social network era stato diffuso un video in cui si vede un uomo che rovescia dello yogurt addosso a due donne senza velo in un negozio a Mashhad. Le autorità hanno arrestato le due donne, madre e figlia, per aver “commesso atti proibiti”.
Irruzione ad Al Aqsa
La polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea Al Aqsa a Gerusalemme all’alba del 5 aprile con il pretesto di sgomberare un gruppo di “agitatori” e si è scontrata con i fedeli musulmani. Più di 350 palestinesi sono stati arrestati. In seguito alcuni miliziani della Striscia di Gaza hanno sparato nove razzi verso Israele. In risposta l’esercito israeliano ha condotto raid aerei sul territorio palestinese. Questa ondata di violenza avviene in un momento particolarmente delicato, in cui il Ramadan, mese sacro per i musulmani, coincide con la festività ebraica di Pesach, commenta Al Jazeera.
◆ Il 2 aprile il governo israeliano ha approvato la formazione di una guardia nazionale agli ordini del ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che l’ha pretesa in cambio del consenso alla sospensione della riforma della giustizia, decisa dal premier Benjamin Netanyahu il 27 marzo. Un comunicato dell’ufficio del ministro ha chiarito che la guardia nazionale sarà composta da 1.800 persone e si occuperà di “scenari d’urgenza, crimini nazionalisti, terrorismo e rafforzamento della sovranità” d’Israele. Altri dettagli saranno decisi nei prossimi due mesi da un comitato formato da funzionari delle agenzie di sicurezza, per stabilire se la guardia nazionale prenderà ordini dalla polizia o da Ben Gvir.
Algeria Il giornalista Ihsane El Kadi ( nella foto ) è stato condannato il 2 aprile a cinque anni di carcere con l’accusa di aver accettato denaro dall’estero e di aver minacciato la sicurezza dello stato. Il tribunale di Algeri ha stabilito anche che Radio M e Maghreb Emergent, due testate indipendenti da lui fondate, dovranno chiudere.
Burkina Faso Il 2 aprile il governo ha espulso le corrispondenti dei quotidiani francesi Le Monde e Libération, dopo che quest’ultimo aveva pubblicato un’inchiesta su un video che mostrava l’uccisione di alcuni ragazzi in una base militare.
Kenya Accettando un invito al dialogo, il leader dell’opposizione Raila Odinga ha deciso il 2 aprile d’interrompere le proteste antigovernative, che andavano avanti da due settimane e avevano causato tre morti e almeno quattrocento feriti.
Libia Il governo con sede a Tripoli ha respinto le accuse contenute in un rapporto dell’Onu uscito il 27 marzo. Da centinaia di interviste emerge che dal 2016 sono stati commessi crimini di guerra e contro l’umanità, in particolare verso i migranti, dalle autorità e dalle milizie locali. Il rapporto denuncia anche la complicità dell’Europa.
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