“Il 2 maggio il dipartimento della difesa statunitense ha annunciato l’invio di altri 1.500 soldati alla frontiera messicana per contrastare il probabile aumento dei tentativi d’ingresso nel paese”, scrive l’agenzia Reuters. L’11 maggio scadrà infatti una misura anti-covid introdotta nel 2020 dall’amministrazione Trump, chiamata Title 42, che consentiva per motivi sanitari l’espulsione immediata dei migranti al loro arrivo via terra negli Stati Uniti. Per ora i militari svolgeranno prevalentemente compiti di sorveglianza e non parteciperanno in modo diretto a mantenere l’ordine.
Più soldati alla frontiera
Armi e paura
In una settimana ad aprile negli Stati Uniti sei persone sono state ferite o uccise con armi da fuoco perché erano nel posto sbagliato. Ralph Yarl è stato colpito dopo aver suonato un campanello. Kaylin Gillis è stata uccisa dopo che l’auto su cui viaggiava ha fatto inversione nel vialetto di casa di un estraneo. “È quello che succede quando la cultura delle armi incontra la paranoia sociale”, scrive The Marshall Project.
Accuse gravi contro Trump
In un tribunale federale di New York è cominciato il processo per stupro contro l’ex presidente Donald Trump, denunciato dalla giornalista E. Jean Carroll. È un processo civile: in caso di condanna Trump potrebbe essere costretto a pagare alla donna milioni di dollari di risarcimento. Carroll sostiene di essere stata violentata da Trump a metà degli anni novanta. Lui ha sempre negato e accusa la giornalista di essersi inventata tutto per farsi pubblicità. “Carroll ha denunciato Trump a novembre del 2022, in base a una legge dello stato di New York che consente alle vittime di violenza sessuale di fare causa anche molti anni dopo i fatti”, racconta il New York Times. Due donne chiamate a testimoniare hanno detto che Carroll gli aveva raccontato della presunta aggressione poco dopo che era successa.
Vince Santiago Peña
Il 30 aprile in Paraguay ci sono state le elezioni presidenziali. “Il candidato conservatore Santiago Peña (nella foto), del Partito colorado, ha vinto con quasi il 43 per cento dei voti e comincerà il suo mandato ad agosto”, scrive l’Afp. Nel paese non è previsto il ballottaggio. Efraín Alegre, alla guida di una coalizione di partiti di centrosinistra, ha ottenuto il 27 per cento delle preferenze mentre inaspettatamente Paraguayo Cubas, un candidato populista, ha avuto quasi il 22 per cento dei voti e ha denunciato brogli elettorali. Gli elettori hanno quindi scelto la continuità: salvo una parentesi tra il 2008 e il 2012, il Partito colorado è al potere dal 1947. Peña è un economista di 44 anni molto vicino all’ex presidente Horacio Cartes, accusato di corruzione dagli Stati Uniti, ed è favorevole a mantenere rapporti con Taiwan. Il Paraguay è rimasto uno dei pochi paesi dell’America Latina a fare questa scelta che irrita Pechino. ◆
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