Il Guatemala si propone come la meta ideale per chi vuole investire alle porte dei grandi mercati nordamericani, scrive la Neue Zürcher Zeitung. L’argomento decisivo è l’onshoring, o friendshoring, cioè la decisione di riportare un’attività produttiva all’interno o vicino al mercato d’origine di un’azienda o comunque in un paese alleato. “In futuro”, spiega il quotidiano svizzero, “i gruppi nordamericani e i fornitori di tutto il mondo cercheranno di avvicinarsi il più possibile agli Stati Uniti invece di investire in Cina, perché temono che la loro filiera produttiva possa essere interrotta da un conflitto tra Washington e Pechino”. Insieme al Messico, i paesi dell’America Centrale rappresentano la meta principale di chi punta al Nordamerica. Secondo le stime della Banca interamericana di sviluppo (Idb), grazie a questo fenomeno presto la regione dell’America Latina e dei Caraibi potrebbe raggiungere un livello di esportazioni di beni e servizi pari a 78 miliardi di dollari all’anno, favorendo soprattutto settori come quello automobilistico, tessile, farmaceutico e delle energie rinnovabili. Il Guatemala, il paese dell’America centrale con il più basso tasso di esportazioni rispetto al pil (14 per cento), vuole sfruttare l’occasione e ha lanciato un programma di incentivi per gli investitori stranieri che si chiama Guatemala no se detiene, il Guatemala non si ferma. È interessata perfino l’industria dello zucchero locale, tradizionalmente chiusa e conservatrice, che vorrebbe fare affari con i grandi gruppi alimentari. ◆
Una meta diversa per gli investitori
I prezzi delle case calano
Nel primo trimestre del 2023 i prezzi delle case in Germania hanno registrato un calo record del 6,8 per cento, il dato peggiore dal 2000, scrive il Financial Times. La crisi del più grande mercato immobiliare europeo è dovuta principalmente all’aumento dei tassi d’interesse sui mutui ipotecari, all’inflazione e al rallentamento dell’economia tedesca. L’ufficio statistico nazionale ha spiegato che la riduzione dei prezzi riguarda sia la città sia le campagne, anche se nei centri urbani è più pronunciata. I cali più vistosi, infatti, sono stati registrati nelle sette maggiori città tedesche – Berlino, Amburgo, Monaco di Baviera, Colonia, Francoforte sul Meno, Stoccarda e Düsseldorf – dove i prezzi per le villette mono e bifamiliari sono scesi del 10,4 per cento e quelli degli appartamenti del 6,4 per cento. Gli esperti sostengono che questi dati dimostrano come molti tedeschi ormai non possono più permettersi di comprare casa: nonostante un leggero rialzo a marzo, la domanda di mutui ipotecari è in calo da un anno. ◆
Un’ondata di boicottaggi
La Mondelez International, multinazionale statunitense del settore alimentare, è stata oggetto di un boicottaggio senza precedenti in Svezia e in Norvegia, dov’è famosa soprattutto per i biscotti Marabou. Tutto è cominciato dopo che l’agenzia ucraina per la prevenzione della corruzione ha inserito l’azienda nella sua lista di “sponsor internazionali della guerra”, scrive Le Monde. Kiev incolpa la Mondelez per aver mantenuto le sue attività in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Il gruppo ha ancora tre stabilimenti nel paese, dove impiega tremila persone. Secondo le autorità ucraine, nel 2022 la Mondelez ha pagato 61 milioni di dollari di tasse allo stato russo.
Primi segnali di cambiamento
Il 22 giugno, sotto la guida della nuova presidente Hafize Gaye Erkan, la banca centrale turca ha aumentato il costo del denaro per la prima volta in due anni. I tassi d’interesse sono passati dall’8,5 al 15 per cento, scrive la Bbc. Ma per ora queste prime misure non sembrano aver tranquillizzato gli investitori, che continuano a colpire la lira turca.
Emissioni in ascesa
Nel 2022 le emissioni di gas serra prodotte dall’industria energetica hanno continuato a crescere nonostante l’aumento della produzione di energia solare ed eolica. Lo sostiene uno studio realizzato dall’Energy institute, un’organizzazione professionale per ingegneri e altri professionisti del settore energetico. Secondo la ricerca, spiega il Guardian, l’anno scorso i combustibili fossili hanno contribuito all’82 per cento del consumo mondiale di energia, in linea con il 2021, provocando un aumento delle emissioni di gas serra pari allo 0,8 per cento. Nei prossimi mesi i consumi energetici dovrebbero aumentare ulteriormente, favorendo altre emissioni, dopo la fine delle restrizioni contro il covid-19 in Cina.
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