Svezia sì, Ucraina forse

Il premier svedese Ulf Kristersson a Vilnius, 12 luglio 2023 (Kay Nietfeld, picture alliance/Getty)

Dopo più di un anno di trattative il tormentato percorso della Svezia per entrare nella Nato sembra sul punto di concludersi. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha ritirato il veto sull’adesione di Stoccolma e ha deciso di avviare il processo di ratifica, che potrebbe essere formalizzata nel giro di pochi giorni. L’annuncio è arrivato alla vigilia del vertice dell’alleanza atlantica che si è svolto l’11 e il 12 luglio a Vilnius, in Lituania. Erdoğan si sarebbe detto soddisfatto dell’impegno del governo svedese a collaborare con Ankara nella “lotta al terrorismo” e a interrompere il sostegno alle organizzazioni curde, oltre che a revocare i limiti sulle esportazioni di armi verso la Turchia. A convincerlo ha contribuito anche la decisione del presidente statunitense Joe Biden di approvare la vendita di quaranta aerei da combattimento F16 alla Turchia, bloccata dal 2021 a causa delle tensioni tra Washington e Ankara. In generale, nota Der Standard, la scelta sembra confermare la svolta filoccidentale decisa da Erdoğan dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del 28 maggio, dovuta al bisogno di ristabilire i rapporti commerciali per rilanciare l’economia turca e accelerata dalla percezione che la rivolta della milizia privata Wagner abbia indebolito la Russia. Il 7 luglio il presidente turco aveva ricevuto ad Ankara il suo collega ucraino Volodymyr Zelenskyj, esprimendo il suo appoggio all’ingresso di Kiev nella Nato e consegnandogli i comandanti del battaglione Azov catturati dai russi a Mariupol, che in base a un accordo con Mosca avrebbero dovuto restare in Turchia. Ma al vertice di Vilnius i paesi dell’alleanza hanno nuovamente deluso le aspettative di Zelenskyj, ribadendo che l’Ucraina non sarà ammessa prima della fine del conflitto e rifiutando di stabilire una tabella di marcia precisa. ◆

Tutto da rifare

Il compromesso raggiunto a giugno sulla legge per la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento sembrava aver messo fine a mesi di tensioni tra i partiti della maggioranza. Il governo sperava di ottenere l’approvazione del parlamento prima della pausa estiva con una procedura accelerata. Ma la corte costituzionale ha fatto saltare i suoi piani accogliendo il ricorso dell’opposizione, secondo cui i deputati non hanno avuto abbastanza tempo per esaminare il testo. Il dibattito slitterà quindi a settembre, condizionando la campagna per le elezioni di ottobre in Baviera e in Assia, commenta la Frankfurter Rundschau.

Alleati imbarazzanti

Foto di Kay Nietfeld, Picture alliance/Getty

A poche settimane dalla formazione del nuovo governo, la scelta di includere nella coalizione i Veri finlandesi sta già mettendo in imbarazzo il premier Petteri Orpo, scrive Iltahleti. La leader del partito di estrema destra e ministra delle finanze Riikka Purra ( nella foto ) ha dovuto scusarsi per una serie di commenti xenofobi risalenti al 2008. Alla fine di giugno il ministro dell’economia Vilhelm Junnila si era dimesso per una frase filonazista pronunciata a un comizio nel 2019.

Per un pugno di voti

Il 12 luglio il parlamento europeo ha approvato la legge sul ripristino della natura con 336 voti favorevoli e 300 contrari. La norma punta a riportare allo stato naturale almeno il 20 per cento del territorio dell’Unione, comprese alcune aree destinate all’agricoltura. A giugno era stata approvata dal consiglio europeo. Negli ultimi mesi però il Partito popolare europeo si era schierato contro la legge, sostenendo che avrebbe messo a rischio la sicurezza alimentare e rovinato migliaia di aziende. Il tentativo di far naufragare il progetto, che secondo Euobserver mirava a raccogliere voti nelle aree rurali in vista delle elezioni europee del 2024, è fallito perché 21 eurodeputati popolari hanno votato a favore andando contro le indicazioni del partito. Ora il parlamento e il consiglio dovranno trovare l’accordo sulla versione finale del testo, un processo che potrebbe durare diversi mesi.

Mortalità in eccesso tra i russi di età compresa fra 20 e 24 anni (Fonte: Mediazona)

Russia Secondo un’inchiesta di Meduza e Mediazona i soldati russi morti in Ucraina fino a maggio del 2023 sono 47mila. Il Cremlino ha ammesso che Evgenij Prigožin, leader del gruppo paramilitare Wagner, ha incontrato il presidente Vladimir Putin a Mosca il 29 giugno.

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1520 - 14 luglio 2023
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