Asia e Pacifico

Problema nazionale

Migliaia di persone sono state portate con l’inganno in Asia meridionale da diversi paesi e costrette a lavorare a delle truffe online. Lo rivela un rapporto dell’Onu che per la prima volta mostra la portata di un problema che esiste da anni, scrive Al Jazeera. Le vittime sono per la maggior parte uomini asiatici – almeno 120mila birmani e centomila cambogiani – ma alcune vengono dall’Africa e dall’America Latina. Attirate con la promessa di un lavoro facile o di una relazione, si sono ritrovate prigioniere in Thailandia, Cambogia e Birmania, paesi in cui la giustizia è debole.

Una candidatura scomoda

Terry Gou (Lam Yik Fei, Bloomberg/Getty)

Terry Gou (nella foto), il fondatore della Foxconn, l’azienda che in Cina assembla gli iPhone e gli iPad, ha annunciato la sua candidatura da indipendente alla presidenza di Taiwan. Le elezioni si terranno a gennaio del 2024 e Gou ha promesso di riallacciare i rapporti con Pechino. Il partito conservatore Kuomintang, scrive Taiwan News, ha criticato la scelta di Gou, che toglierà voti al suo candidato, Hou Yu-ih.

Lenta riapertura

Dopo aver applicato per tre anni le restrizioni più severe del mondo contro il covid-19, la Corea del Nord sembra sul punto di tornare alla normalità. I segnali sono emersi alla fine di luglio, quando delegati di alto livello russi e cinesi sono arrivati a Pyongyang, scrive NKNews. In seguito alcuni atleti nordcoreani sono andati in Kazakistan attraverso la Cina per partecipare ai mondiali di taekwondo. Alla fine di agosto i velivoli della Air Koryo, la compagnia aerea nordcoreana, hanno volato per la prima volta dopo anni, diretti a Vladivostok e a Pechino. E il 29 agosto il governo di Pyongyang ha annunciato che i nordcoreani rimasti bloccati all’estero per la chiusura delle frontiere potranno tornare a casa. Ma, a parte questi cambiamenti, ci vorranno mesi, forse più di un anno, prima che gli stranieri siano riammessi nel paese.

Riparare la capitale

Ulanbator, 5 luglio 2023 (Byambasuren Byamba-Ochir, Afp/Getty)

Quest’estate la Mongolia è stata colpita da piogge torrenziali e inondazioni improvvise che hanno ucciso almeno quattro persone, distrutto migliaia di case e lasciato decine di migliaia di cittadini senza un tetto. Le alluvioni hanno reso evidente la forte necessità di una pianificazione urbana migliore per Ulanbator, la capitale. I cittadini denunciano anche la cattiva gestione dei fondi destinati alla riparazione di strade, ponti e zone alluvionate. Mentre nella capitale la densità della popolazione continua a crescere – ci vive un terzo degli abitanti del paese – le vecchie infrastrutture non sono in grado di reggere l’uso quotidiano, figurarsi fenomeni straordinari come le alluvioni, scrive The Diplomat. La situazione è particolarmente critica nelle zone più povere e nei quartieri di ger, le tende tradizionali mongole, dove mancano la pavimentazione, l’illuminazione e le fognature. ◆

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1527 - 1 settembre 2023
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