Lisa Sorgini ha cominciato a fotografare donne in gravidanza o insieme ai loro figli nel 2016, lo stesso anno in cui è rimasta incinta per la prima volta e ha perso sua madre. “In quel periodo per me fotografare è stato terapeutico: un modo per elaborare la mia nuova vita, che avevo difficoltà a riconoscere. Spesso mi sentivo come se fossi fuori dal mio corpo e le cose che succedevano intorno a me sembravano riguardare qualcun altro”, racconta la fotografa australiana.
Prima di avere dei figli, Sorgini aveva osservato che la rappresentazione della maternità nei film e nei programmi televisivi era distorta e parziale, un racconto in cui le donne affrontavano la gravidanza e la nascita di un figlio con serenità ed equilibrio. “Questo però non rifletteva la mia realtà, né quella delle madri che conoscevo. La gravidanza, la nascita e la maternità sono tra le esperienze umane più profonde, belle e intime, ma anche impegnative, implacabili e claustrofobiche dal punto di vista fisico ed emotivo. Faticavo a trovare una narrazione di quello che significa giorno dopo giorno questa esperienza che cambia il corpo e la mente di una donna per sempre”.
Partendo da queste riflessioni, Sorgini ha cominciato a fotografare la quotidianità di madri con i loro figli in varie zone dell’Australia. Nelle sue immagini ha ritratto momenti d’intimità, con luci e colori che a volte richiamano quelli di un dipinto rinascimentale e altre volte hanno un sapore cinematografico.
Sorgini è una presenza silenziosa, che si avvicina ai soggetti con attenzione ed empatia, restituendo a chi guarda una dimensione di familiarità, ma anche aspetti particolari di vita quotidiana meno raccontati, come le cicatrici del parto, la stanchezza e le lacrime.
Le foto di Sorgini sono in mostra a PhEST, il festival di fotografia di Monopoli, in Puglia, fino al 1 novembre. La mostra presenta immagini tratte dalla serie Mother, in cui attraverso ritratti scattati a varie donne Sorgini ha indagato l’evoluzione del ruolo della madre all’interno della famiglia e della società; e immagini della serie Behind glass (Dietro il vetro), realizzata durante la pandemia di covid-19, in cui ha esplorato il ruolo delle madri nel periodo dei lockdown. In queste immagini i riflessi del mondo esterno interagiscono con i corpi dei soggetti, trasmettendo da un lato la paura e la frustrazione, dall’altro la dolcezza e il desiderio di ritorno alla normalità. ◆
Lisa Sorgini è una fotografa australiana nata ad Adelaide nel 1980. Vive nella regione dei fiumi settentrionali del Nuovo Galles del Sud (nel territorio Bundjalung). Nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro Behind glass (Libraryman) e con le sue foto ha vinto il Lucie awards portrait project.
◆ Le foto di Lisa Sorgini sono esposte nella mostra intitolata Mother nell’ambito dell’ottava edizione di PhEST, il festival internazionale di fotografia e arte di Monopoli, in Puglia. La manifestazione, diretta da Giovanni Troilo, con la collaborazione della curatrice Arianna Rinaldo, si svolge dal 1 settembre al 1 novembre. Il tema di quest’anno è Essere umani. Tra gli altri fotografi e fotografe esposti ci sono Koos Breukel, Cristina De Middel, Phillip Toledano e Siân Davey.
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Questo articolo è uscito sul numero 1527 di Internazionale, a pagina 66. Compra questo numero | Abbonati