Americhe

Gli ostaggi liberati

Cuenca, 1 settembre (Fernando Machado, Afp/Getty)

“Il 1 settembre le autorità ecuadoriane hanno reso noto che cinquanta agenti di polizia penitenziaria e sette poliziotti, che erano stati presi in ostaggio dai detenuti di sei carceri del paese, sono stati rilasciati e sono in buone condizioni di salute”, scrive l’Associated Press. Secondo il governo, l’azione dei detenuti – coordinati da diverse bande criminali – è stata una risposta al tentativo delle forze di sicurezza di riprendere il controllo degli istituti. Da tre anni l’Ecuador vive un’escalation di violenza e la situazione rischia di aggravarsi in vista del ballottaggio delle presidenziali del 15 ottobre.

Ripensamento positivo

“Il 3 settembre il tribunale supremo elettorale ha ritirato in modo temporaneo la sospensione di Semilla, il partito di centrosinistra di Bernardo Arévalo, un sociologo di 64 anni che il 20 agosto ha vinto a sorpresa le elezioni presidenziali”, scrive l’Afp. Il partito era stato accusato di irregolarità nella registrazione di alcuni suoi iscritti. L’elezione di Arévalo mette fine a dodici anni di governi di destra.

Sciopero all’orizzonte

“Il settore automobilistico sta andando verso uno sciopero che potrebbe avere conseguenze pesanti per tutta l’economia statunitense”, scrive l’Associated Press. Il sindacato United auto workers e le case automobilistiche stanno negoziando un nuovo contratto collettivo, ma al momento le parti sono lontane. Il termine per trovare un accordo è il 14 settembre, quando scadrà il contratto attuale. Il sindacato chiede aumenti salariali del 46 per cento, u n a settimana di 32 ore lavorative ma con la retribuzione delle attuali quaranta e una serie di benefit. La General Motors, la Stellantis e la Ford considerano irrealistiche queste richieste. I colloqui si svolgono mentre le case automobilistiche spendono decine di miliardi di dollari per passare ai veicoli elettrici, il cui assemblaggio richiede meno lavoratori rispetto alle auto tradizionali.

Condanne per gli insorti

Enrique Tarrio a Washington, settembre 2020 (Stephanie Keith, Getty)

Il 5 settembre 2023 Enrique Tarrio, ex leader dell’organizzazione di estrema destra Proud boys, è stato condannato a ventidue anni di carcere per il suo ruolo nell’assalto al congresso di Washington, il 6 gennaio del 2021. Quel giorno centinaia di sostenitori dell’ex presidente Donald Trump hanno fatto irruzione nell’edificio per impedire ai parlamentari di ratificare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, vinte da Joe Biden. Tarrio, 39 anni, è stato condannato per cospirazione sediziosa, cioè per il tentativo di rovesciare con la forza il governo. Il 6 gennaio non ha partecipato all’attacco, ma secondo la sentenza ha contribuito a organizzare e a incoraggiare l’insurrezione. “Prima di Tarrio erano state condannate altre cinque persone, con pene tra i dieci e i diciotto anni di carcere”, scrive il Washington Post. A maggio è stato condannato Stewart Rhodes, fondatore della milizia di destra Oath keepers.

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1528 - 8 settembre 2023
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