L’Unione democratica di centro (Udc, destra) ha vinto le elezioni legislative del 22 ottobre per il rinnovo del consiglio nazionale, il parlamento svizzero. L’Udc ha ottenuto il 29 per cento dei voti: rispetto al voto del 2019 si tratta del 3,4 per cento in più e di una crescita di nove seggi. La piattaforma elettorale antimmigrazione dell’Udc includeva l’impegno a mantenere la popolazione del paese, che oggi conta 8,7 milioni di abitanti, al di sotto dei dieci milioni. “Abbiamo problemi con l’immigrazione, con i clandestini e con l’approvvigionamento energetico”, ha dichiarato il leader dell’Udc Marco Chiesa alla Tribune de Genève. La campagna in favore della sanità pubblica ha invece favorito il Partito socialdemocratico, che si conferma secondo partito del paese, conquistando 41 seggi. I Verdi invece hanno subìto gravi perdite, non riuscendo a consolidare il successo del 2019. Comunque, come scrive il quotidiano di Ginevra, “in molti paesi questi risultati porterebbero a un cambiamento di rotta. Non in Svizzera. Gli equilibri principali su cui si basa il nostro sistema politico cambiano poco”. ◆
La destra cresce ancora
Missili sui civili
Mentre l’attenzione del mondo è monopolizzata dalla crisi di Gaza, la Russia continua a colpire obiettivi civili in Ucraina. Come spiega Rfe/Rl, tra il 22 e il 24 ottobre l’esercito russo ha lanciato una serie di attacchi con droni e missili contro bersagli diversi nelle aree di Cherson, Beryslav, Sumy, Odessa e Donetsk, distruggendo infrastrutture e uccidendo complessivamente almeno dieci persone. Nel frattempo, l’offensiva russa su Avdiïvka procede molto lentamente, e sta costando a Mosca ingenti perdite.
La protesta delle donne
M igliaia di donne e persone non binarie, tra cui la prima ministra Katrín Jakobsdóttir, hanno interrotto il lavoro – retribuito e non – il 24 ottobre. Le organizzatrici dello sciopero protestano per il divario retributivo tra i sessi e contro la diffusa violenza sessuale e di genere nel paese. È il secondo sciopero delle donne in Islanda: il primo, nel 1975, portò a cambiamenti cruciali, tra cui l’elezione della prima presidente. Tuttavia, scrive il Guardian, in alcune professioni le islandesi sono ancora pagate il 21 per cento in meno degli uomini e più del 40 per cento di loro ha subìto violenza sessuale o di genere.
Un piano contro la droga
Il 18 ottobre la Commissione europea ha annunciato una serie di misure per combattere le reti criminali del narcotraffico. Secondo la Commissione il traffico di droga è “una delle più gravi minacce alla sicurezza” che l’Europa deve affrontare e il pericolo si sta “aggravando”, dato che ha provocato “un’ondata di violenza nelle strade” del continente. Tra le vittime ci sono una bambina di undici anni uccisa a gennaio ad Anversa, in Belgio, durante uno scontro a fuoco; un bambino di dieci anni morto a Nîmes, in Francia, in agosto; e un ragazzo di 13 anni a Stoccolma, in Svezia, a settembre, ricorda l’Irish Examiner. Nel 2021 nell’Unione europea sono state sequestrate 303 tonnellate di cocaina, ma quest’anno in sole due settimane di agosto ne sono state sequestrate otto nei Paesi Bassi e 9,5 in Spagna. La Commissione ha dichiarato che stanzierà più di 200 milioni di euro nel 2024 per finanziare attrezzature che aiutino le autorità doganali a ispezionare con sistemi a raggi x container e auto.
La solitudine del sovranista
La sconfitta dei sovranisti polacchi si fa sentire anche nell’Ungheria del leader autoritario Viktor Orbán. Secondo Magyar Narancs, “Orbán ha perso il suo principale alleato in Europa. E ora è solo”. Per questo ha scelto di cercare alleati a est e di partecipare a Pechino a un vertice per celebrare l’espansione globale della Cina, occasione in cui ha anche incontrato il leader russo Vladimir Putin. “Il cambio di maggioranza a Varsavia”, aggiunge Rzeczpospolita, “avrà conseguenze anche sull’applicazione dell’articolo 7 del trattato di Lisbona, usato per privare del diritto di voto nel consiglio dell’Unione europea i paesi che violano lo stato di diritto. Finora Polonia e Ungheria si sono protette a vicenda. D’ora in poi non sarà più così”.
Turchia Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ( nella foto ) il 23 ottobre ha inoltrato al parlamento la richiesta di approvare l’adesione della Svezia alla Nato.
Spagna La coalizione tra Partito socialista e Sumar ha annunciato il 24 ottobre di aver chiuso un accordo di governo, che prevede un ampio pacchetto di misure: la più importante è la riduzione della settimana lavorativa da 40 a 37,5 ore.
Francia Un centinaio di lavoratori stranieri senza documenti hanno bloccato il 17 ottobre a Parigi un cantiere delle Olimpiadi, chiedendo di essere regolarizzati.
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