Tra gli anni settanta e novanta nel Regno Unito almeno tremila persone sono morte e trentamila sono state infettate con virus come epatite e hiv a causa di trattamenti eseguiti con sangue e prodotti ematici contaminati. Lo ha rivelato il rapporto dell’Infected blood inquiry presentato il 20 maggio dopo cinque anni di lavori. Il documento conferma che le autorità hanno nascosto per anni la vicenda e denuncia una serie di errori e leggerezze che hanno reso possibile una tragedia evitabile, scrive il Guardian. Il governo si è impegnato ufficialmente a risarcire le vittime e i loro parenti ( nella foto ).
Uno scandalo evitabile
Un governo di estrema destra
Il leader del Partito della libertà (estrema destra) Geert Wilders aveva annunciato il 15 maggio un accordo per la formazione di un governo di coalizione con il Partito popolare per la libertà e la democrazia, il Nuovo contratto sociale e il Movimento degli agricoltori-cittadini. Ma, secondo il quotidiano olandese de Volkskrant, non c’è un’intesa sulla composizione dell’esecutivo.
Gli strascichi dell’attentato
Migliora la salute del primo ministro slovacco Robert Fico, ferito gravemente a colpi di pistola il 15 maggio nella cittadina di Handlová. Le sue condizioni sono ancora gravi, ma non è più in pericolo di vita. Intanto, il ministro dell’interno ha fatto sapere che la persona arrestata per l’attentato, Juraj Cintula, 71 anni, guardia giurata e scrittore dilettante, potrebbe non aver agito da sola. Sembra invece confermata la motivazione politica del suo gesto: Cintula, in particolare, non accettava le posizioni filorusse del governo populista slovacco, in carica dallo scorso ottobre. Commentando le reazioni all’attentato, finora segnate da toni aggressivi e accuse, il quotidiano ungherese Nepszava scrive: “La Slovacchia sta attraversando un momento difficile. E dai primi segnali sembra che nel paese non ci sia nessuna intenzione di ristabilire un clima pacifico” .
Il veto e la piazza
Mentre le proteste continuano nel centro di Tbilisi, la presidente Salomé Zourabichvili ha messo il veto alla contestata legge che impone alle ong e ai mezzi d’informazione finanziati dall’estero di registrarsi come “portatori di interessi di paesi stranieri”. Il governo guidato dal partito conservatore e populista Sogno georgiano non sembra tuttavia disposto a fare concessioni, e vuole aggirare il veto presidenziale facendo di nuovo approvare la legge dal parlamento a maggioranza assoluta, obiettivo alla sua portata. “Oggi assistiamo al ritorno delle vecchie pratiche staliniste adattate alle condizioni sociali e alle tecnologie moderne”, scrive sul Moscow Times il giurista georgiano Davit Zedelashvili. “Il futuro della Georgia dipenderà dalla capacità del grande movimento di protesta di sconfiggere il regime e interrompere la pericolosa traiettoria presa dal paese”. ◆
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