I serbi sono di nuovo in piazza contro i piani per l’estrazione del litio nella miniera di Jadar. Tra il 2021 e il 2022 le proteste avevano convinto il governo del presidente Aleksandar Vučić a sospendere il progetto, che quest’anno è stato però rilanciato con la collaborazione dell’Unione europea. La decisione ha fatto scattare nuove manifestazioni, cominciate a Belgrado l’11 agosto. “Nelle capitali europee Vučić è stato spesso contestato per il suo autoritarismo, la vicinanza a Vladimir Putin e gli stretti rapporti con la Cina”, scrive il turco Evrensel. “Ma quando di mezzo ci sono ricchezze come il litio ogni critica finisce nascosta sotto il tappeto”.
La miniera contestata
Ricercato per sabotaggio
Un tribunale tedesco ha emesso un mandato di arresto europeo per un cittadino ucraino accusato di essere coinvolto nel sabotaggio dei gasdotti Nord stream, nel mar Baltico, compiuto nel settembre 2022. Secondo il Wall Street Journal, il piano era stato approvato dal presidente Volodymyr Zelenskyj, che però ha negato ogni coinvolgimento.
Braccio di ferro sul governo
A quasi cinquanta giorni dalle elezioni, la Francia non ha ancora un primo ministro. Finita la “tregua olimpica” che il presidente Emmanuel Macron aveva chiesto ai partiti, sono ripresi i colloqui per trovare una maggioranza in parlamento, diviso in tre blocchi: centro, sinistra ed estrema destra. “Questa equazione politica, terribilmente complicata, dev’essere risolta il prima possibile”, scrive Le Monde. “Per farlo bisogna superare urgentemente un doppio rifiuto: quello di Macron, che vorrebbe comportarsi come se le elezioni, da lui stesso volute, non ci fossero state e lasciare immutata la sua politica; e quello di una parte della sinistra, che continua a far credere agli elettori di poter governare da sola, oppure, come fa Jean-Luc Mélenchon, che preferisce minacciare la destituzione del presidente invece di proporre soluzioni di governo fattibili” .
Dopo le rivolte
“L’ordine è tornato nelle strade inglesi, ma l’umore del paese rimane inquieto”, scrive il New Statesman in un articolo sulle violente proteste contro l’immigrazione organizzate da gruppi di estrema destra all’inizio di agosto. Le rivolte sono scoppiate dopo l’omicidio di tre bambine durante un saggio di danza nella cittadina di Southport, quando alcuni gruppi ultranazionalisti hanno diffuso la voce che il colpevole fosse un immigrato musulmano arrivato nel Regno Unito illegalmente. La notizia era falsa, ma ha scatenato scontri in diverse città del paese, soprattutto nel nord, repressi con decisione dal governo del premier laburista Keir Starmer. “In Inghilterra non c’è nessuna guerra civile. Ma le rivolte, che ci sono state nelle regioni più povere, mostrano profonde fratture di classe, geografiche e sociali”, scrive il settimanale. “Se Starmer vuole davvero impegnarsi a cambiare il paese, dovrà colpire duramente gli estremisti di destra, ma anche cercare di includere in una nuova storia nazionale tutti quelli che si sentono esclusi e abbandonati dalla politica: gli abitanti dell’Inghilterra più arretrata, le persone che non votano, impoverite ed emarginate”. ◆
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