“La silicosi è probabilmente la malattia professionale più sottovalutata in India”, scrive il mensile The Caravan, che dedica la copertina al tema con un lungo reportage. “La malattia è causata dall’inalazione continua di particelle di polvere di silice attiva, inferiori ai cinque micron e invisibili a occhio nudo. È più comune tra i lavoratori di industrie come l’estrazione mineraria, il taglio e la lavorazione delle pietre, la produzione di materiali da costruzione, la fonderia, il vetro e la ceramica. La polvere di silice causa la formazione di noduli fibrosi e cicatrici nei polmoni che rendono sempre più difficile l’ingresso dell’ossigeno, soffocando lentamente il paziente fino alla morte. L’entità della crisi in India è sconcertante. Un rapporto del Consiglio indiano per la ricerca medica del 1999 ha stimato che, oltre a 5,4 milioni di lavoratori edili, tre milioni di lavoratori in altre industrie erano ad alto rischio”. Non ci sono stime aggiornate, perché “non ci sono stati sforzi nazionali per studiare la malattia e a documentarla sono attivisti, ricercatori o le stesse vittime. Ma i ricercatori consultati prevedono che entro il 2025 gli indiani a rischio saranno 52 milioni. Si tratta di una delle emergenze più urgenti per la salute pubblica in India”. ◆
Emergenza sottovalutata
Niente social per i bambini
Il 10 settembre il primo ministro laburista Anthony Albanese ha annunciato che l’Australia è pronta a vietare l’uso dei social media a bambini e preadolescenti. Entro la fine dell’anno entrerà in vigore un progetto di legge che fissa a 14 o 16 anni l’età minima per poterli usare. Albanese ha precisato che l’età non è stata ancora decisa. Il leader dell’opposizione conservatrice, Peter Dutton, ha garantito il suo sostegno al progetto di legge. Secondo Daniel Angus, docente alla Queensland university of technology, il piano del governo è però “precipitoso e miope”, perché precede la relazione finale di un’inchiesta parlame ntare sugli effetti dei social media sulla società australiana. “Il progetto di legge potrebbe produrre danni più gravi escludendo i ragazzi da una partecipazione attiva e sana al mondo digitale”, sostiene Angus. Toby Murray, docente d’informatica e tecnologie dell’informazione dell’università di Melbourne, non è neanche certo che un limite d’età sia davvero applicabile. “Il governo sta sperimentando una tecnologia per verificare l’età degli utenti, ma sappiamo che i metodi disponibili sono inaffidabili, facili da aggirare o rischiosi per la privacy degli utenti”, ha detto Murray. Il quotidiano The Age ha scritto in un editoriale che “l’iniziativa è lodevole ma le difficoltà di realizzazione sembrano insormontabili”.
Un’operazione discutibile
Il 10 settembre alcuni uomini in borghese armati e mascherati hanno fatto irruzione in parlamento poco dopo le tre del mattino. Hanno tolto la corrente elettrica e hanno arrestato 11 deputati e leader del Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti), il partito dell’ex primo ministro Imran Khan. Khan è in carcere dall’agosto 2023 con diverse accuse a suo carico, che lui ritiene politicamente motivate. Il blitz in parlamento sembra una risposta alla manifestazione organizzata il 9 settembre fuori da Islamabad dal Pti per chiedere la liberazione di Khan e a cui hanno partecipato migliaia di persone. Il presidente del parlamento ha ordinato un’inchiesta sull’operazione, scrive Dawn. “La manifestazione è stata la prima dimostrazione di forza del Pti dopo le elezioni di febbraio, in cui i candidati sostenuti dal partito di Khan hanno ottenuto il maggior numero di seggi (93) senza riuscire a formare un governo”, scrive Al Jazeera. “La Lega musulmana del Pachistan-Nawaz (Pml-N) e il Partito popolare pachistano (Ppp), che hanno ottenuto 75 e 54 seggi, hanno formato un governo di coalizione con dei partiti minori. Per il Pti il voto era truccato”.
La nuova regina dei maori
Dopo la morte del re maori Kiingi Tuheitia Pootatau Te Wherowhero VII, il 30 agosto, il consiglio consultivo del movimento Kiingitanga ha scelto per la successione al trono la sua figlia minore, Ngā Wai Hono i te Pō ( nella foto ). Il movimento Kiingitanga è il più duraturo tra quelli nati nell’ottocento in Nuova Zelanda per difendere la sovranità maori durante una serie di guerre contro i coloni britannici quando decise di istituire una figura che avesse uno status simile a quello dei monarchi britannici. Ngā Wai Hono i te Pō, 27 anni, è stata scelta per la sua abilità in politica e la sua conoscenza della lingua e delle usanze maori, spiega Radio New Zealand. “In un momento in cui le tensioni tra i maori e il governo sono all’apice a causa di politiche che includono, tra le altre cose, la fine dell’uso della lingua maori come lingua ufficiale”, scrive il Guardian, “la nomina di Ngā Wai Hono i te Pō è vista come un potente simbolo di una nuova generazione di maori che si oppone”.
Bangladesh Dhaka ha rafforzato la sorveglianza della frontiera con la Bir mania, che negli ultimi mesi è stata attraversata da migliaia di profughi rohingya in fuga dai combattimenti tra l’esercito e le milizie della resistenza.
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