I minuscoli tardigradi ( nella foto ) possono sopravvivere a livelli di radiazioni almeno mille volte superiori a quelli tollerati dagli umani. Lo studio del genoma e del proteoma del tardigrado Hypsibius henanensis , scrive Science, ha rivelato che l’esposizione alle radiazioni attiva più di 2.800 geni responsabili della protezione e riparazione del dna, della divisione cellulare e della risposta immunitaria. La comprensione dei processi molecolari alla base della radioresistenza potrebbe avere applicazioni che vanno dalla medicina spaziale alle terapie oncologiche.
La resistenza dei tardigradi
Archivi di dati nel dna
Il dna può essere usato per immagazzinare dati. Un gruppo di ricercatori ha archiviato dei dati in molecole di dna modificato usando sequenze di 0 e 1, come nei computer, invece che sequenze di lettere, come nel codice genetico. Archiviare dati nel dna può avere molti vantaggi: è più stabile e duraturo delle memorie elettroniche, ed è estremamente capiente, basta pensare che il nostro intero genoma è conservato in una singola cellula. Nello studio sono stati usati dei mattoni, o brevi sequenze prefabbricate di dna assemblate insieme. Alcune di queste molecole sono modificate con la metilazione, un processo naturale coinvolto nella regolazione dell’attività dei geni. I filamenti di dna vengono poi letti con tecniche di sequenziamento, che interpretano l’assenza e la presenza della metilazione come 0 e 1. Per ora i costi della tecnica sono ancora molto alti, ma le attuali memorie dei computer stanno raggiungendo i limiti fisici, mentre il volume dei dati aumenta. Servono quindi tecnologie alternative. ◆
Neuroscienze Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, le persone con anosmia congenita, cioè nate senza l’olfatto, respirano in modo diverso rispetto alle altre. Questo potrebbe aiutare a spiegare perché i problemi di percezione degli odori possono essere associati a una serie di altri disturbi.
Geologia Più di tre miliardi di anni fa un meteorite potrebbe aver colpito il nostro pianeta, contribuendo a creare le condizioni favorevoli alla vita. All’epoca sul pianeta c’erano solo organismi unicellulari, scrive Pnas. La roccia spaziale era probabilmente grande il quadruplo del monte Everest.
Lettura a colpo d’occhio
Si pensava che per cogliere il significato di una frase in un testo fosse necessario leggerla parola per parola. Tuttavia uno studio su Science Advances mostra che il cervello umano può capire frasi brevi in soli 125 millisecondi. La registrazione dell’attività cerebrale di 36 volontari ha rivelato che le frasi con una struttura chiara (soggetto, verbo e oggetto) sono comprese più rapidamente rispetto alle liste di nomi, suggerendo che le reti neurali siano in grado di riconoscere la struttura sintattica.
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