“Il 22 luglio 2011 l’estremista di destra Anders Breivik ha ucciso 77 persone nel quartiere governativo di Oslo e a Utøya. Per questo è stato condannato a 21 anni di carcere. Il periodo minimo di pena da scontare è stato fissato a dieci anni e ora Breivik chiede di essere rilasciato. È la seconda volta che ci prova”, racconta il quotidiano norvegese Aftenposten. Breivik si è presentato in aula il 19 novembre con la testa rasata a formare delle Z (simbolo del sostegno all’invasione dell’Ucraina), si è definito un prigioniero politico e ha denunciato un genocidio dei bianchi. La nuova valutazione del tribunale, però, lo ha ritenuto sano, pericoloso e inaffidabile, come nella sentenza del 2012.
Breivik vuole tornare libero
Collegamenti interrotti
Tra il 17 e il 18 novembre, a poche ore di distanza, sono stati tranciati due cavi sottomarini di fibra ottica che garantiscono i collegamenti a internet: uno tra la Svezia e la Lituania e l’altro tra la Finlandia e la Germania. Serviranno almeno due settimane per riparare i danni. Le autorità sospettano un atto di sabotaggio.
Mille giorni di guerra
Il 19 novembre 2024 sono passati due anni e nove mesi dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: mille giorni. “Mosca è riuscita a prendere il controllo del 20 per cento del territorio ucraino e a radere al suolo decine di città. Oggi ogni famiglia ucraina ha parenti e amici morti in guerra. Milioni di persone hanno lasciato le loro case e centinaia di migliaia non torneranno mai più”, scrive la giornalista ucraina Anastasia Magasowa sul quotidiano tedesco Die Tageszeitung. Sempre il 19 novembre, Mosca ha accusato Kiev di aver lanciato sei missili statunitensi a lungo raggio contro un sito militare nella regione russa di Bryansk, danneggiando un deposito di munizioni. Il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha promesso una risposta “appropriata”, denunciando il coinvolgimento degli Stati Uniti negli attacchi e considerandoli una “nuova fase” del conflitto. Il giorno dopo il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto sulle modifiche alla dottrina nucleare russa annunciate a settembre: qualsiasi attacco da parte di una potenza non nucleare, sostenuta da una potenza nucleare, sarebbe considerato un attacco congiunto alla Russia. In occasione dei mille giorni di conflitto, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj si è rivolto in videocollegamento al parlamento europeo affermando che il 2025 deve essere “l’anno della pace”. Intanto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha accettato di fornire all’Ucraina anche mine antipersona, nel tentativo di rallentare l’avanzata della Russia. Secondo un funzionario statunitense Kiev si è impegnata a usare solo ordigni che restano attivi per un periodo di tempo limitato e a non piazzarli in aree densamente popolate. ◆
Articolo precedente
Articolo successivo
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati