C irca tre anni fa, mentre passavo accanto a un negozio di strumenti musicali nella città di Amravati, nello stato indiano del Maharashtra, sono rimasto sbalordito quando ho visto esposte in vendita delle chitarre Signature, una marca di Calcutta, dove sono nato. Ho scoperto più tardi che questi strumenti a basso costo hanno una lunga storia. Il negoziante mi ha detto che quasi tutte le chitarre di produzione indiana vengono da Calcutta e da lì sono distribuite in tutto il paese. In un negozio della mia città, nel quartiere di Bagbazar, il proprietario me l’ha confermato. E mi ha suggerito d’incontrare Mukunda Biswas, “l’uomo che ha dato vita a tutto questo”.
Su un autobus stracolmo ho attraversato il Gange per andare nella vicina città di Howrah. Dopo un breve viaggio su un risciò elettrico e una camminata in un vicolo allagato, sono arrivato alla Guitar research enterprise, una piccola fabbrica. Sulla porta bianca e blu era appesa una chitarra. Entrando nell’edificio, composto da tre stanze e un cortile, sono stato accolto dall’odore di segatura, lucido e fumo di sigarette bidi. In una stanza, strumenti nuovi di zecca erano appesi alle rastrelliere. Nelle altre due stanze c’erano delle postazioni di lavoro. Vestito con un abito bianco e un berretto, e con una folta barba, Mukunda Biswas, liutaio di 82 anni, si trovava nella stanza più interna, dietro a un’enorme tavola sulla quale c’erano vari oggetti. “Ho un intuito speciale”, mi ha detto Biswas, mentre usava della carta vetrata per levigare la tastiera di un mandolino. “Ogni volta che prendo uno strumento in mano, percepisco il modo in cui l’artista lo userà. Non me l’ha insegnato nessuno”.
Biswas ha imparato il suo mestiere negli anni sessanta, quando lavorava in uno dei più antichi negozi di musica di Calcutta, J Reynold & Co, fondato nel 1908. Uno dei proprietari dell’attività, Jonas Remedios, aveva studiato con i liutai Matt Hohner e Karl Höfner, fondatori nel 1887 del celebre marchio di strumenti musicali Höfner. Biswas mi ha detto di aver imparato molto da Remedios su come costruire una chitarra.
Nel 1969 Biswas lasciò il suo lavoro, stanco di essere pagato sempre in ritardo, e fondò la sua azienda di chitarre, la Hobner, con altre tre persone: Sunil Das, Ajit Das e Maneswar Das. Insieme investirono 200 rupie ciascuno (l’equivalente di 220 euro di oggi) per costruire il loro primo laboratorio a Kumartuli, il quartiere dei vasai di Calcutta. Il nome Hobner è “un riferimento sfacciato alla Höfner, un marchio famoso nel mondo”, ha spiegato Biswas nel 2014. “Hai presente il cioccolato indiano Kit-Kit, che contiene intenzionalmente un errore d’ortografia, confezionato in involucri simili a quelli del Kit-Kat ma che costa meno? La nostra è una storia simile”.
L’aver lavorato in vari negozi di musica inoltre aveva dato a Biswas molta esperienza pratica. “Ho fatto di tutto: dall’acquisto del legname al marketing”, mi ha detto. “A un certo punto andai a trovare tutti gli insegnanti di chitarra che conoscevo a Calcutta, chiedendogli di comprare strumenti Hobner”, aggiunge.
Oggi non fabbrica più chitarre. Passa il tempo riparando strumenti e sperimentando nuove creazioni
Costruire e suonare
Nel suo negozio Biswas sperimentò estetiche e metodi innovativi in grado di ridurre i tempi di produzione. Per esempio il tacco della chitarra, la parte che collega il manico al corpo dello strumento, di solito era largo quanto il corpo, ma lui scoprì che dimezzarne le dimensioni non lo danneggiava. Di conseguenza si poteva usare meno legno per costruire uno strumento più leggero. Allo stesso modo, riuscì a ridurre i costi di produzione tagliando il legno in modo più sottile rispetto alle dimensioni canoniche.
Al di là delle sue abilità di artigiano, quello che fa di Biswas un maestro liutaio è la versatilità della sua cultura musicale. Sa suonare la chitarra, il banjo e il dotara, uno strumento a corde originario del Bengala. Se non conoscesse gli strumenti, mi ha detto, come farebbe a costruirli? Nel corso degli anni il contributo tecnico più importante di Biswas alla costruzione delle chitarre è stato quello di modificare il design della catenatura, la rete di rinforzi che sostiene la parte superiore dello strumento, nota come tavola armonica. “Oggi tutte le fabbriche di Calcutta usano la mia tecnica per produrre le tavole armoniche”, mi ha spiegato.
I progressi tecnologici, l’impegno e la qualità delle chitarre hanno fatto la differenza. Anche se a quel tempo in India c’era poca concorrenza, la Hobner diventò il marchio di riferimento. Il caratteristico suono metallico vibrante e il prezzo accessibile permisero alle chitarre dell’azienda di spiccare sulle altre. La popolarità degli strumenti crebbe insieme alla fama del marchio Hobner.
Altre persone impararono il mestiere nel negozio della Hobner e crearono le loro aziende. Tra queste c’era Shanti Biswas, che fondò la società Givson, un nome ispirato al famoso marchio statunitense Gibson. Gradualmente in tutta la città sorsero molte unità di produzione. E lo stesso accadde per le fabbriche che fornivano la materia prima per costruire le chitarre, creando così un ecosistema economico e generando posti di lavoro. Le chitarre cominciarono a essere esportate in tutto il paese, con una domanda alta soprattutto nel nordest. Calcutta diventò così il cuore della produzione di chitarre in India.
◆ 1939 Nasce a Calcutta, in India.
◆ 1969 Lascia il suo lavoro di liutaio a Calcutta e fonda un’azienda per costruire chitarre, la Hobner, il cui nome imita quello della statunitense Höfner.
◆ 1997 Fonda la Mb Signature, un marchio di chitarre che intesta a suo figlio.
◆ 2018 La Mirchi music awards Bangla, sezione bengalese dei premi musicali Mirchi, lo premia per il suo “contributo alla musica”.
Nei primi anni settanta la Hobner aprì il suo primo e unico salone da esposizioni nel quartiere Bagbazar di Calcutta, mentre la fabbrica si spostò a Dumdum, nel Bengala occidentale. Gli affari di Biswas cominciarono ad andare a gonfie vele, con più di cento ordini al mese. Ma con il successo arrivarono anche le difficoltà. “Tutti i clienti mi volevano. In alcuni casi se non c’ero io in negozio se ne andavano. Gli altri soci a volte erano gelosi e il loro atteggiamento nei miei confronti si fece sempre più ostile”, racconta. Biswas è l’unico fondatore dell’azienda ancora vivo. “Mi resi conto che non potevo lavorare lì mantenendo intatto il mio prestigio, così nel 1997 me ne andai”.
Poco dopo aver lasciato la Hobner, Biswas creò la Mb Signature, che registrò a nome di suo figlio minore. Con un design elegante e un suono nitido, la Mb Signature ebbe successo in tutto il paese, sottraendo fette di mercato alla Hobner e diventando il marchio di chitarre più ricercato in India. Oggi la Hobner si è ridotta a un minuscolo negozio di una sola stanza a Bagbazar. Quando suo figlio ha rilevato la Mb Signature, Biswas ha ricominciato da zero. E questa volta ha usato il suo nome. Per garantire una maggiore autenticità, le chitarre di Biswas sono dotate di un adesivo all’interno della buca, con un ologramma del suo volto.
Il pioniere indiano dei liutai oggi non fabbrica più chitarre. L’attività è ormai in mano al suo primogenito e a una decina di dipendenti. Oggi trascorre la maggior parte del tempo riparando strumenti e sperimentando nuove creazioni.
Per decenni Biswas è stato una delle poche persone in città capaci di personalizzare gli strumenti a corda. È per questo che musicisti professionisti, soprattutto della scena folk, continuano a rivolgersi a lui. Sfortunatamente non è conosciuto nel resto del mondo.
La vera misura del talento di Mukunda Biswas, tuttavia, emerge attraverso gli strumenti che lui ha creato. Quando ho scoperto che la musicista Kate Stables del gruppo This Is The Kit, che vive a Parigi, usa una Hobner F-hole verde, mi sono reso conto che dopotutto l’umile chitarra indiana non valeva meno di quelle straniere. ◆ ff
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1423 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati