Tutti ormai si sono formati un’opinione su Acid, nome d’arte del ventiquattrenne Nathan Vandergunst. Se fino a poco tempo fa metà dei belgi sapeva a malapena chi era, l’altra metà – i giovani – lo conosceva molto bene. I cittadini più anziani stanno scoprendo con grande stupore tutti i video su YouTube e TikTok in cui l’influencer delle Fiandre occidentali diverte il suo pubblico. La sempre più folta schiera di follower ritiene che Acid sia coraggioso, provocatorio e pronto a oltrepassare i limiti. Per esempio, dopo la separazione dei genitori ha dichiarato in diretta che suo padre è gay.
Acid divide. Lo dimostrano i commenti alla sua partecipazione al concerto dell’amico influencer olandese Joost Klein la scorsa estate, sul palco principale del festival musicale Pukkelpop. Acid è stato l’ospite speciale: petto nudo, pantaloni con il cavallo basso, ha mandato in visibilio la folla di giovani con una canzone autoreferenziale – e come poteva essere altrimenti? – intitolata Go Acid. Il ritornello, che ripete all’infinito “Go Acid go”, è stato cantato a squarciagola da decine di migliaia di ragazzi. La folla era andata in delirio anche nell’estate 2022, al Rock Werchter. Dunque, perché tanti belgi non lo conoscevano o ancora non lo conoscono? Perché non fa parte del loro repertorio culturale? Perché non lo capiscono ?
Al Pukkelpop l’inviato del quotidiano De Morgen non ha nascosto il suo sdegno: “Durante l’intera esibizione sono stato sul punto di farmi dichiarare giuridicamente incompetente a causa della mia età troppo avanzata. E allo stesso tempo non riesco ad arrivare ad altra conclusione che Joost sia lo stadio finale del nichilismo digitale. Finché non è salito sul palco il fenomeno di YouTube Acid, che a sua volta ha reso omaggio allo studente Sanda Dia, chiedendo un sistema giuridico più equo. Dal punto di vista musicale non mi è piaciuto e il resto non l’ho proprio capito. Tuttavia penso che al Pukkelpop Joost abbia colpito nel segno. È stato un monito vivente ai genitori di non parcheggiare i figli davanti a YouTube”.
A festival del genere di solito c’è un pubblico molto eterogeneo. E non si tratta solo di gusti musicali: le persone sono di varie estrazioni sociali, hanno visioni della società non sempre simili, hanno diverse interpretazioni del rapporto con le regole e l’autorità. Quella che negli uffici, nelle redazioni dei giornali e nei dibattiti parlamentari è ancora considerata una sottocultura, è diventata di fatto una leitkultur, una cultura guida. La trovi nei locali, nelle organizzazioni giovanili, tra gli scout e nelle scuole. In questi ambienti la morte di Sanda Dia e la successiva vicenda giudiziaria sono state discusse, e spesso condannate, in maniera più esplicita che nei mezzi d’informazione generalisti. Oggi il pubblico dispone di canali d’informazione particolari. La vita di molti giovani si svolge nell’ambiente virtuale di TikTok, YouTube e Instagram. Lo stesso vale per un numero crescente di boomer, le persone nate dopo la seconda guerra mondiale, che spesso trascorrono più ore su Facebook e Twitter che in poltrona, mentre i figli (o nipoti) pendono dalle labbra di Acid.
Come George Floyd
Nel maggio 2023 Acid, nato a Bruges nel 1999, per farsi pubblicità ha puntato il dito contro le sentenze relativamente miti nei confronti degli studenti della confraternita Reuzegom nel processo su Sanda Dia. Diciotto confratelli, in gran parte di famiglie ricche, sono comparsi di fronte alla corte d’appello di Anversa per la morte di Sanda Dia, studente di vent’anni di padre senegalese e madre belga morto il 7 dicembre 2018 dopo un barbaro rituale d’iniziazione nel corso del quale era stato obbligato a bere olio di pesce, bevande alcoliche e a stare all’aperto immerso nell’acqua gelata, oltre a subire altri atti umilianti. Dia ha avuto un collasso ed è morto due giorni dopo in ospedale.
La vicenda è diventata l’equivalente belga del caso di George Floyd, lo statunitense nero ucciso il 25 maggio 2020 dalla polizia a Minneapolis, che l’ha soffocato per nove minuti durante l’arresto mentre i passanti lo sentivano gridare “I can’t breathe”.
Tuttavia ci sono differenze tra i due casi. Derek Chauvin, l’agente di polizia che premeva il ginocchio sulla gola di Floyd, è stato condannato a più di 22 anni di carcere. La sentenza e le sanzioni ai colleghi non sarebbero mai arrivate senza una serie di proteste, che hanno avuto un impatto visibile sulla politica statunitense.
La corte di Anversa nel 2022 ha condannato gli studenti della confraternita a trecento ore di servizi sociali e a multe fino a 400 euro. Delle persone coinvolte sono state divulgate solo le iniziali, non il nome completo. I mezzi d’informazione in linea di massima hanno rispettato questa linea e hanno reagito alla sentenza con sorprendente indulgenza: “L’unica decisione possibile, che resterà sempre dolorosa”, ha scritto il quotidiano De Standaard. Una parte significativa dell’opinione pubblica, però, non ha digerito il verdetto, ci sono state proteste sui social network, a Bruxelles e Gand si sono svolte grandi manifestazioni.
Anche se i ragazzi della confraternita non avevano intenzione di uccidere Sanda Dia, allo stesso tempo è chiaro che Dia abbia ricevuto “una lezione” durante il rito iniziatico. Allo stesso modo l’agente Chauvin non voleva uccidere George Floyd, ma voleva “dargli una lezione”, secondo i testimoni presenti all’arresto. Entrambe le vittime erano nere. Gli slogan Black lives matter e Justice for Sanda sono state espressioni di rabbia, profonda tristezza e solidarietà.
Anche Acid si è indignato per le condanne leggere ai confratelli della Reuzegom e ha reagito come sempre: superando i limiti, sconvolgendo il pubblico e mettendosi in mostra. I mezzi d’informazione non vogliono dire i nomi dei ragazzi? Allora ci pensa lui. Su YouTube e TikTok ha svelato anche i nomi di alcuni appartenenti della confraternita che non erano presenti al fatto. Ha anche citato il ristorante dei genitori di un ragazzo. Il risultato? Il ristorante ha ricevuto una valanga di prenotazioni fantasma e recensioni negative. I proprietari hanno portato Vandergunst in tribunale: che cosa c’entravano loro con la Reuzegom?
Il 22 febbraio un giudice del tribunale di Bruges ha emesso il verdetto definitivo, condannando Vandergunst a una pena detentiva di tre mesi (sospesa) e a pagare una multa di 800 euro. Inoltre ha riconosciuto ai proprietari del ristorante un indennizzo provvisorio di ventimila euro.
Le reazioni del pubblico alla sentenza contro Acid sono state ancora più furiose di quelle per la condanna “lieve” dei confratelli della Reuzegom. Due giorni dopo il verdetto, Acid era trionfante. La sua campagna di crowdfunding per sovvenzionare l’indennizzo ha infranto ogni record: in poco tempo sono stati raccolti più di 165mila euro, provenienti per lo più da tante piccole donazioni da cinque euro.
È un fatto quasi epocale: è come se il pubblico abbia neutralizzato la sentenza. In altre parole, i follower hanno messo Acid al di sopra della legge. La condanna comunque non fermerà lo youtuber, che alla fine del 2023 contava non meno di cinquecentomila follower (il doppio delle copie vendute da giornali come Het Laatste Nieuws e Nieuwsblad messi insieme).
Il Belgio sta imparando a convivere con gli influencer, anche in politica. Tutti i partiti si aprono ad altri stili e nuove sensibilità. Sam van Rooy del partito populista di destra Vlaams Belang (interesse fiammingo) ha perfino scritto su X: “Non bisogna essere sostenitori di Acid per riconoscere che la sua condanna è sproporzionata rispetto a quella dei ragazzi della Reuzegom”.
I giovani sono i primi ad abbracciare i cambiamenti e i più anziani spesso fanno resistenza, ma non è sempre stato così? Il cantautore olandese Boudewijn de Groot contestava la generazione dei genitori già negli anni sessanta. “I tempi stanno cambiando”, cantava nella traduzione del brano The times they are a-changin’ di Bob Dylan, che diventò l’inno dei giovani di allora, le stesse persone di cinquanta, sessanta o più anni che oggi non capiscono la lingua e lo stile di Acid. Eppure i ragazzi di oggi muovono la stessa accusa dei boomer di ieri, e lo fanno con la stessa chiarezza e la stessa sfacciataggine. ◆ dt
◆ 1999 Nasce a Bruges, in Belgio.
◆ 2013 Apre il suo primo canale YouTube.
◆ 2019 Dopo una serie di richiami delle autorità, il canale viene chiuso per aver violato le regole sulla concorrenza.
◆ 2023 Rivela i nomi di tutti gli appartenenti alla confraternita Reuzegom, alcuni dei quali coinvolti nella morte dello studente nero Sanda Dia.
◆ 2024 Il tribunale di Anversa lo condanna per molestie digitali. Lui lancia un crowdfunding che gli permette di pagare il risarcimento di ventimila euro.
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Questo articolo è uscito sul numero 1556 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati