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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu terrà per sé l’incarico di ministro degli esteri nella speranza di coinvolgere anche l’Unione sionista di Isaac Herzog per la futura coalizione di governo. Lo ha riferito il portavoce del Likud Nir Hefetz, all’indomani dell’accordo fatto in extremis da Netanyahu con il partito dei coloni, Casa ebraica guidato da Naftali Bennett, che gli ha permesso di raggiungere i 61 seggi necessari per avere la maggioranza in parlamento. Il nuovo governo dovrebbe giurare già lunedì 11 maggio.

L’intesa è arrivata nella tarda serata di ieri, subito prima della scadenza di mezzanotte passata la quale il premier avrebbe dovuto rimettere il mandato ricevuto dal presidente Reuven Rivlin. Bennett ha ottenuto per il suo partito la poltrona del ministero della giustizia, che andrà alla deputata Ayelet Shaked, e quella del ministero dell’agricoltura ricoperta da Uri Ariel. Netanyahu è “incline a tenersi il posto” di responsabile della diplomazia, “perché vuole lasciare spazio al governo di espandersi in futuro”, ha spiegato Hefetz intervistato dalla radio israeliana.

Al giornalista che gli chiedeva se l’intenzione del premier era conquistare l’appoggio di Herzog – che alle elezioni del 17 marzo è arrivato secondo con 24 seggi – il portavoce ha risposto di sì. Nella serata di ieri il secondo canale della tv israeliana ha riferito che il premier aveva già proposto nelle scorse settimane un’alleanza all’unione sionista, la coalizione di centrosinistra guidata dal laburista Herzog e dell’ex ministra della giustizia Tzipi Livni, leader del partito centrista Hatnua. Secondo queste indiscrezioni, poi smentite dai diretti interessati, le trattative sarebbero fallite per il veto posto dal Likud sull’ingresso nel governo di Livni.

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