Secondo l’agenzia di stampa yemenita Saba, almeno novanta persone sono morte e circa 300 sono rimaste ferite nell’ultimo raid aereo della coalizione guidata dai sauditi contro una base militare controllata dai ribelli houthi nel nord della capitale Sanaa. Se confermato, sarebbe il peggiore bilancio di vittime in un singolo attacco delle ultime sei settimane, ossia nel periodo in cui l’alleanza dei paesi del Golfo ha bombardato dal cielo le milizie sciite e i loro alleati dell’esercito yemenita. Fra poche ore intanto dovrebbe entrare in vigore la tregua umanitaria di cinque giorni concordata tra i governi arabi e i ribelli, che dovrebbe scattare dalle 23 ora locale (le 22 in Italia).

E proprio per monitorare questo cessate il fuoco ha raggiunto Sanaa l’inviato speciale delle Nazioni Unite Ismail Ould Cheikh Ahmed. Il suo obiettivo, come ha spiegato lo stesso diplomatico della Mauritania, è organizzare la tregua umanitaria e riavviare negoziati politici fra le fazioni. “Siamo convinti che non esista una soluzione per il problema Yemen che non passi per il dialogo, e che debba trattarsi di un dialogo tra yemeniti” ha detto l’emissario dell’Onu citato dalla Saba.

Un portavoce dell’Unhcr, Adrian Edwards ha fatto sapere che da Dubai negli Emirati arabi sono in partenza 300 tonnellate di beni di prima necessità che saranno consegnati alla popolazione yemenita “soltanto se la tregua che è stata annunciata entrerà davvero in vigore e resisterà”. Stando alle stime delle Nazioni Unite finora nel conflitto in Yemen sono già morte 1.527 persone tra cui 646 civili.

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