Secondo le Nazioni Unite, un terzo dei duecentomila abitanti di Tadmor (Palmyra) è scappato dalla città caduta sotto il controllo del gruppo Stato islamico.
Secondo Rami Abdulrahman, fondatore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, i jihadisti sono entrati nell’antico sito archeologico di Palmyra il 21 maggio, ma non ci sono conferme che i monumenti siano stati distrutti.
Intanto l’università di Al Azhar, in Egitto, ha fatto appello a tutto il mondo musulmano perché gli scavi di Palmyra siano salvaguardati. Al Azhar ha sottolineato che la distruzione del patrimonio artistico mondiale è vietato anche dall’islam. La direttrice dell’Unesco Irina Bokova ha detto: “Possiamo avere fedi diverse, ma dobbiamo proteggere queste memorie della storia”. L’Unesco ha definito Palmyra “un crocevia tra l’impero romano, l’antica Persia e l’estremo oriente. La testimonianza della diversità culturale dell’antichità”.
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