Un poliziotto è stato ucciso e cento agenti sono rimasti feriti durante degli scontri tra nazionalisti e forze di sicurezza avvenuti davanti al parlamento di Kiev, in Ucraina. Il ministro dell’interno, Arsen Avakov, ha scritto sul suo profilo Facebook che alcuni militanti del partito di estrema destra Svoboda hanno lanciato diverse granate contro i poliziotti schierati a protezione del palazzo, mentre all’interno i deputati stavano approvando una riforma costituzionale che concede maggiore autonomia alle regioni separatiste controllate dai ribelli filorussi.

Il decentramento del potere era una condizione della tregua firmata in febbraio a Minsk per porre fine ai combattimenti tra le truppe governative e i separatisti appoggiati da Mosca. Una guerra che ha lasciato finora quasi settemila morti. Kiev spera che la concessione di uno status speciale alle province di Donetsk e Luhansk, nell’est del paese, indebollisca le spinte separatiste di quelle regioni. Molti ucraini temono invece che aumenti l’influenza russa su quelle zone e che vengano messe a rischio la sovranità e l’indipendenza del proprio paese.

Il presidente Petro Porošenko ha presentato oggi in aula il progetto di legge che rende effettivo il decentramento: 265 deputati su 450 si sono espressi a favore e il testo è stato approvato in prima lettura.

In occasione del voto, sotto al parlamento si sono radunati militanti nazionalisti ucraini e sono scoppiati violenti scontri con gli agenti di polizia e della guardia nazionale che erano schierati in assetto antisommossa lungo il recinto del palazzo. Circa trenta manifestanti sono stati arrestati, mentre quasi cento agenti sono rimasti feriti. Una recluta della guardia nazionale, di 25 anni, è morta all’ospedale dopo essere stata colpita al petto.

Il video della Reuters.


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