L’8 dicembre papa Francesco apre la porta santa della basilica di San Pietro. Il gesto doveva essere l’inaugurazione del giubileo della misericordia, che però è stata anticipata: il 29 novembre, infatti, Bergoglio ha aperto la porta della cattedrale di Bangui, nella Repubblica Centrafricana. È la prima volta nella storia che il giubileo viene inaugurato fuori da Roma.
Cos’è il giubileo
Il giubileo nasce da una tradizione ebraica che fissava, ogni cinquant’anni, un anno di riposo della terra, la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi: “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo” (Levitico). Per segnalare l’inizio della festa si suonava un corno di ariete, in ebraico jobel, da cui deriva il termine giubileo.
Il primo giubileo cattolico fu promulgato nel 1300 da Bonifacio VIII, che aveva notato l’affluenza a San Pietro di un numero sempre crescente di pellegrini in cerca dell’indulgenza plenaria per il passaggio al nuovo secolo. Il papa alla fine concesse l’indulgenza a tutti coloro che avessero fatto visita trenta volte, se erano romani (quindici se venivano da fuori), alle basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le mura nel corso del 1300.
L’anno santo si sarebbe dovuto ripetere ogni cento anni. In seguito la cadenza fu portata a 50 anni, poi a 33 e infine a 25 anni per permettere a ogni generazione di vivere almeno un giubileo.
Il giubileo è ordinario se legato a scadenze prestabilite; straordinario se viene indetto per qualche avvenimento di particolare importanza.
L’indulgenza plenaria
L’indulgenza plenaria (la cancellazione totale della pena temporale per i peccati commessi) è una concessione straordinaria fatta in occasioni particolari. Per riceverla bisogna essere battezzati, confessarsi, partecipare alla comunione eucaristica, seguire la preghiera secondo le intenzioni del papa e compiere un‘“opera”. Opere di pietà, cioè un pellegrinaggio in un santuario o luogo giubilare. Oppure opere di penitenza, cioè astenersi da consumi superflui (fumo, bevande alcoliche…), digiunare o astenersi dalle carni devolvendo una somma ai bisognosi. Bergoglio ha aggiunto le sette opere di misericordia corporale (dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti) e le sette opere di misericordia spirituale (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti).
Le porte sante
L’apertura della porta santa e la sua chiusura segnano l’inizio e la conclusione dell’anno santo. A Roma hanno la porta santa le quattro basiliche vaticane: San Pietro, San Paolo fuori le mura, San Giovanni e Santa Maria maggiore.
Papa Francesco, nella bolla di indizione del giubileo, ha offerto la possibilità di aprire una porta santa anche nelle singole diocesi: nella cattedrale, in una chiesa particolarmente significativa o in un santuario di particolare importanza per i pellegrini.
A queste Francesco ha voluto aggiungere due “periferie”: una geografica, il santuario del Divino Amore (che sarà aperta il 6 gennaio), e una sociale, l’ostello della Caritas in via Marsala, che aprirà il 18 dicembre.
Tutte le porte sante saranno richiuse alla fine del giubileo, il 20 novembre 2016.
Correzione, 7 dicembre, ore 22.44. Nella versione precedente avevamo scritto: “Indulgenza plenaria (perdono di tutti i peccati)”.
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